Convegno alla Lateranense sulla persona umana davanti al Crocifisso
"La persona umana di fronte al Crocifisso": su questo tema la Pontificia Università
Lateranense ha organizzato ieri una giornata di studio alla presenza di docenti di
antropologia, storia delle religioni, teologici e medici. In discussione anche la
recente sentenza della Corte di Strasburgo sulla presenza del Crocifisso nelle aule
scolastiche. Ma come questo simbolo interroga l'uomo contemporaneo? Gabriella Ceraso
lo ha chiesto a mons. Antonion Livi, già decano alla facoltà di Filosofia della
Lateranense:
R. - La parola e il simbolo materiale del
Crocifisso indicano una verità del Vangelo ed ossia che Dio ci ha amati sino a dare
suo Figlio, che si è offerto per noi. Per cui è il messaggio dell’amore gratuito,
libero ed infinito. Questo messaggio all’uomo di oggi serve per ricordargli che per
sapere chi è deve usare la ragione che gli dice che lui è persona libera, responsabile
e membro della comunità umana. Ma questo non basta, perché deve anche accettare la
rivelazione che con Cristo l’uomo è anzitutto creatura, Figlio del Padre Eterno e
poi è proprio per questo fratello.
D. – E' un simbolo
universale?
R. – Certo che è universale! perché questa
verità sull’uomo non è un mistero rivelato che qualcuno può credere o non credere.
E’ una realtà ontologica: l’uomo scopre in se stesso di essere figlio, perché la creazione
da parte di Dio non è una invenzione del cristianesimo, ma era già prefigurata in
qualche modo nella filosofia pagana. La filosofia cristiana l’ha addirittura dimostrata
in maniera razionale: l’uomo non esisterebbe se non ci fosse Chi dà l’essere.
D.
– Come guardare alle recenti polemiche dopo la sentenza della Corte Europea dei diritti
dell’uomo…
R. – Un Paese che è democraticamente cattolico
al 90 per cento e che ha nella sua Costituzione i Patti Lateranensi, ha tutto il diritto
di esporre il Crocifisso, proprio perché fa parte delle libere scelte democratiche
della nostra patria.
D. – Il confronto con il Crocifisso
può fornire un modello per la crescita dell’uomo?
R.
– Certo, perché i diritti dell’uomo sono stati portati nella civiltà mondiale proprio
dal cristianesimo. Prima del cristianesimo non c’era nemmeno l’idea dell’uguaglianza
assoluta degli uomini in base alla loro dignità umana, non c’era tutela di nulla,
c’era la prepotenza di gruppo, di setta, di potere. E’ stato proprio il cristianesimo
che ha detto: "non ci sono né greci né barbari; né uomo né donna; né ebreo né gentile:
sono tutti una sola persona in Gesù Cristo". D’altra parte il cristianesimo tanto
ha rispettato il diritto dell’uomo e la libertà da creare per la prima volta nella
storia del mondo la laicità. Ricordare tutte queste cose in sintesi con il Crocifisso
non è offesa per nessuno, ma è un messaggio positivo per tutti.