Vietnam: la Chiesa si prepara al giubileo per individuare opportunità e sfide
Si avvicina l’apertura del giubileo della Chiesa vietnamita, che ha l’obiettivo, nelle
parole della Conferenza episcopale, di “guardare al passato, ringraziare Dio, apprendere
la lezione della storia, guardare all’attualità per individuare le opportunità e le
sfide, guardando al futuro per trasformare la vita e costruire la Chiesa, seguendo
i santi consigli di Dio”. La cerimonia di apertura - rigferisce l'agenzia AsiaNews
- si terrà il 24 novembre ad Hanoi, l’assemblea generale del popolo di Dio sarà a
Ho Chi Minh City e la conclusione al santuario mariano nazionale di La Vang. “L’assegnazione
a diocesi diverse - ha commentato in proposito il cardinale JB. Pham Minh Man , presidente
del Comitato organizzativo del giubileo - mette in luce l’unità e la solidarietà della
Chiesa del Vietnam. All’inizio il seme della fede è stato coltivato e innaffiato dal
sangue dei testimoni della fede a Hanoi, e là si aprirà il giubileo”. L’arcidiocesi
di Saigon, poi, negli ultimi decenni è quella ove maggiore è l’espansione e la valorizzazione
della conoscenza della fede per tutto il popolo di Dio, così organizzerà il Congresso
del popolo di Dio per una scambiarsi opinioni e pensare insieme alla vita della Chiesa.
La Vang, infine, è storicamente il luogo nel quale Nostra Signora ha protetto e sostenuto
l’esistenza della fede per le generazioni future, così organizzerà la cerimonia conclusiva
dell’Epifania 2011, per sottolineare la missione della fede e annunciare la Buona
novella per tutti. Recenti statistiche hanno mostrato che, sebbene il cattolicesimo
sia relativamente diffuso in Vietnam e la Chiesa abbia un forte gruppo di laici devoti
e attivi, negli ultimi decenni l'aumento dei cattolici è rimasto indietro rispetto
alla crescita della popolazione. Nel 2007 i cattolici erano 6.087.700 su 85.154.900
abitanti, circa il 7,1% del totale. In declino rispetto al 7,2% del 1933 e al 7,6%
del 1939. La ragione principale è sempre vista nella politica oppressiva del governo
verso la Chiesa. In numerose zone degli Altipiani centrali e nelle province montagnose
del nord, le attività pastorali sono intralciate dalle burocrazia governativa e da
crescenti maltrattamenti. In queste zone, l’attività missionaria è sempre definita
“un’offesa alla sicurezza nazionale” e i funzionari locali non fanno nulla per nascondere
la loro ostilità all’azione della Chiesa. La legislazione antireligiosa e, in particolare,
la persistente campagna di propaganda contro la Chiesa, svolta a tutti i livelli della
scuola, ha creato ostacoli nella educazione alla fede e confonde i giovani sulle reali
finalità dell’attività della Chiesa, oltre a scoraggiarli a manifestare la loro identità
di cattolici. (R.P.)