2009-11-10 14:57:55

Vietnam: la Chiesa si prepara al giubileo per individuare opportunità e sfide


Si avvicina l’apertura del giubileo della Chiesa vietnamita, che ha l’obiettivo, nelle parole della Conferenza episcopale, di “guardare al passato, ringraziare Dio, apprendere la lezione della storia, guardare all’attualità per individuare le opportunità e le sfide, guardando al futuro per trasformare la vita e costruire la Chiesa, seguendo i santi consigli di Dio”. La cerimonia di apertura - rigferisce l'agenzia AsiaNews - si terrà il 24 novembre ad Hanoi, l’assemblea generale del popolo di Dio sarà a Ho Chi Minh City e la conclusione al santuario mariano nazionale di La Vang. “L’assegnazione a diocesi diverse - ha commentato in proposito il cardinale JB. Pham Minh Man , presidente del Comitato organizzativo del giubileo - mette in luce l’unità e la solidarietà della Chiesa del Vietnam. All’inizio il seme della fede è stato coltivato e innaffiato dal sangue dei testimoni della fede a Hanoi, e là si aprirà il giubileo”. L’arcidiocesi di Saigon, poi, negli ultimi decenni è quella ove maggiore è l’espansione e la valorizzazione della conoscenza della fede per tutto il popolo di Dio, così organizzerà il Congresso del popolo di Dio per una scambiarsi opinioni e pensare insieme alla vita della Chiesa. La Vang, infine, è storicamente il luogo nel quale Nostra Signora ha protetto e sostenuto l’esistenza della fede per le generazioni future, così organizzerà la cerimonia conclusiva dell’Epifania 2011, per sottolineare la missione della fede e annunciare la Buona novella per tutti. Recenti statistiche hanno mostrato che, sebbene il cattolicesimo sia relativamente diffuso in Vietnam e la Chiesa abbia un forte gruppo di laici devoti e attivi, negli ultimi decenni l'aumento dei cattolici è rimasto indietro rispetto alla crescita della popolazione. Nel 2007 i cattolici erano 6.087.700 su 85.154.900 abitanti, circa il 7,1% del totale. In declino rispetto al 7,2% del 1933 e al 7,6% del 1939. La ragione principale è sempre vista nella politica oppressiva del governo verso la Chiesa. In numerose zone degli Altipiani centrali e nelle province montagnose del nord, le attività pastorali sono intralciate dalle burocrazia governativa e da crescenti maltrattamenti. In queste zone, l’attività missionaria è sempre definita “un’offesa alla sicurezza nazionale” e i funzionari locali non fanno nulla per nascondere la loro ostilità all’azione della Chiesa. La legislazione antireligiosa e, in particolare, la persistente campagna di propaganda contro la Chiesa, svolta a tutti i livelli della scuola, ha creato ostacoli nella educazione alla fede e confonde i giovani sulle reali finalità dell’attività della Chiesa, oltre a scoraggiarli a manifestare la loro identità di cattolici. (R.P.)







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