Serata di festa alla Porta di Brandeburgo di Berlino nel ventennale del crollo del
Muro
È calato il sipario sul palcoscenico della Pariser Platz, la piazza della Porta di
Brandeburgo di Berlino, che ieri è stata teatro della Festa della Libertà in occasione
del 20.mo anniversario della caduta del Muro. A fare da spettatori, oltre 100 mila
persone provenienti da tutto il mondo. Calorosa la partecipazione dei leader dei 27
Paesi dell’Unione Europea, uniti nel proposito di far cadere i muri ancora in piedi
e mantenere acceso il faro della libertà. Da Berlino, il servizio di Alessandra
De Gaetano:
Un’esplosione
di folla festante nonostante la pioggia battente. Una festa di popolo, in memoria
di quello che la notte del 9 novembre di venti anni fa lasciò allibito il mondo, attraversando
la frontiera da Est a Ovest. Ad aprire la cerimonia, in ricordo della caduta del Muro
di Berlino, è stato l’attraversamento del ponte della Bornholmer Strasse, il primo
passaggio di confine da Est a Ovest, per 28 anni deserto, che la cancelliera Merkel
ha percorso con il leader della Perestroika, Gorbaciov, e l’ex leader di Solidarnosc,
Lech Walesa. Un passato che Berlino ha ricordato anche con un concerto sinfonico,
al quale è seguita - a sorpresa - la performance di Placido Domingo, che ha
cantato “L’aria di Berlino”, un celebre motivo tedesco. Intanto, dalla Casa Bianca,
è arrivato un video - messaggio registrato, proiettato sui maxi-schermi allestiti
in piazza, del presidente americano Obama, - che ha sottolineato la necessità di "sostenere
l'amicizia transatlantica affinché non vacilli mai e di mantenere acceso il faro della
libertà per coloro che vivono ancora nelle tenebre e nel buio della tirannia".
Il
momento clou della serata è stato un gigantesco effetto domino: mille blocchi di polistirolo
dipinti a mano si sono abbattuti l'uno sull'altro in un'atmosfera surreale di musica
e luci multicolori, lungo un percorso di un chilometro e mezzo che è passato anche
davanti alla Porta di Brandeburgo. A muovere la prima tessera è stato Lech Walesa.
Un gesto per simboleggiare il crollo del Muro e dei regimi dell'ex Patto di Varsavia.
Dalla Merkel è giunto un vivo ringraziamento all’ex presidente sovietico, Gorbaciov,
per il suo impegno nell’aver creato le condizioni per la svolta tedesca, lui che,
dal canto suo, non si aspettava la caduta del Muro prima della fine del secolo scorso.
Infine, Lech Walesa ha tenuto precisare il ruolo fondamentale di Giovanni Paolo II
e di Solidarnosc nella svolta storica tedesca. A concludere la cerimonia, sotto un
cielo illuminato a giorno, un maestoso spettacolo pirotecnico.
Il ricordo
dei fatti di Berlino assume un rilievo particolare per chi vive in Cisgiordania, territorio
attraversato dal "muro di separazione" che divide lo Stato ebraico dai Territori palestinesi.
Antonella Palermo ne ha parlato con padre David Neuhaus, vicario pastorale
della comunità cattolica di lingua ebraica a Gerusalemme: R.
- La caduta del Muro di Berlino è veramente un segno di speranza per tutti e credo
che per le donne e gli uomini di fede sia un segno di grande fede, perché Dio è sempre
fedele. Quando ci troviamo in una situazione difficile, spesso non vediamo alcuna
speranza. Mesi fa, abbiamo avuto la bellissima visita del Santo Padre in Terra Santa
ma niente è cambiato. Il Papa ha parlato con molto coraggio sul muro di separazione,
che è un ostacolo alla pace. Allora, pensando al Muro di Berlino, abbiamo visto che
a un certo punto non c’era più e anche dopo anni le persone non riuscivano a credere
che potesse davvero essere caduto. Invece è crollato, non esiste più. E questo è per
noi un segno di speranza e di fede enorme.