2009-11-10 14:43:03

L'intervento di apertura del cardinale Bagnasco alla 60.ma Assemblea generale della Cei


Prosegue ad Assisi la 60.ma Assemblea generale della Cei, che oggi ha eletto mons. Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia, nuovo vicepresidente dei vescovi italiani. I lavori, che si concluderanno giovedì prossimo, sono stati aperti ieri dalla prolusione del cardinale presidente, Angelo Bagnasco, con una forte attenzione all’Africa, al ruolo dei sacerdoti e con un invito a quanti hanno cariche pubbliche a trasformare il clima talora d’odio “in un’opera d’amore verso l’Italia”. In un messaggio di saluto inviato all’Assemblea, Benedetto XVI sottolinea come questi incontri alimentino quella “cooperazione tra i vescovi indispensabile per realizzare il mandato di incrementare nel popolo cristiano la fede, la speranza e la carità, di alimentare i rapporti con le altre comunità religiose e le autorità civili e di operare per la presenza del lievito del Vangelo nella cultura e nel tessuto della società italiana”. Da Assisi, il nostro inviato Luca Collodi: RealAudioMP3

Il cardinale Bagnasco ha salutato i vescovi presenti ad Assisi con il ricordo del martirio dei “sette fratelli cristiani orribilmente uccisi nel Sudan meridionale”. Il riferimento è al secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa, dove i Padri sinodali hanno pronunciato parole forti sulla miseria africana “che però hanno avuto un ascolto debole e flebile nei media internazionali”. La chiave missionaria è invece quella usata dal cardinale presidente per comprendere l’iniziativa nei riguardi dei fratelli anglicani, che da tempo - ha detto - chiedevano di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica:

 
"Una scelta ragionevole per andare incontro in modo unitario ed equo, cioè equilibrato, alle richieste pervenute".

 
Sul fronte pastorale, è stata presentata la nuova edizione italiana del Rito delle esequie. Un appuntamento con l’esperienza della morte oggi rimossa dalla vita quotidiana, con la tendenza a considerarla un fatto privato:

 
"Va da sé, che la comunità cristiana non possa avallare una tale cultura così irreale: nascondere la morte e dimenticare l’anima non rende più allegra la vita, in genere la rende solo più superficiale".

 
Ricordando l’Anno sacerdotale, Bagnasco ha tratteggiato il ruolo del sacerdote del terzo millennio, “uomo del cuore, segno visibile della misericordia di Cristo, mandato a tutti per farsi vicino a chi vive nel suo territorio”. Il cardinale ha poi affrontato l’immagine della Chiesa nella sua proiezione mediatica: realtà - ha osservato - dove si annidano motivi di sofferenza con letture volte ad attribuire intenzioni o parole che non hanno motivo di esserci. La prolusione ha esteso lo sguardo all’Europa a venti anni dalla caduta del Muro di Berlino, dove la secolarizzazione ha finito con l’imporsi come denominatore comune. “Surreale e sorprendente” è definita la sentenza della Corte europea di Strasburgo sul Crocifisso, frutto di un ideologia laicista priva di valori che non rinuncia a fare capolino nelle circostanze più delicate della vita continentale:

 
"C’è piuttosto l’obbligo di registrare qui il tentativo di rivalsa che esigue minoranze culturali, servendosi del volto apparentemente impersonale della burocrazia comunitaria, perseguono sulle libere determinazioni dei popoli. Ma per questa strada si mette fuori gioco se stessi e l’Europa".

 
Radicale riserva espressa sulla pillola RU486 e rilancio dell’obiezione di coscienza degli operatori sanitari compresi i farmacisti. No anche all’ora di religione islamica a scuola, dove l’insegnamento della religione cattolica - ha spiegato Bagnasco - vuole assicurare quei principi del cattolicesimo, che “fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano”. Infine, la riflessione sul clima politico italiano dove si registra un’aria di sistematica e pregiudiziale contrapposizione, che talora induce a ipotizzare atteggiamenti di odio a danno degli interessi della gente e dello sviluppo del Paese, a partire dal Mezzogiorno:

 
"Davvero ci piacerebbe che nel riconoscimento di una sana - per quanto vivace - dialettica, inseparabile dal costume democratico, si arrivasse ad una sorta di disarmo rispetto alla prassi più bellicosa, che è anche la più inconcludente".







All the contents on this site are copyrighted ©.