La visita a Cuba di mons. Claudio Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni sociali
Con il pensiero rivolto ad una possibile visita di Benedetto XVI a Cuba, tanto voluta
dai cubani nel ricordo di quella storica del 1998 di Giovanni Paolo II, domenica sera
mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni
sociali, ha chiuso il suo intenso programma durato quattro giorni. "Non sono un profeta",
ma "confesso che sarebbe una cosa molto bella". E' questa la risposta di mons. Celli
alla domanda di un giornalista della Efe su un eventuale viaggio del Papa a Cuba.
Nel corso della sua visita, il presule ha incontrato i vescovi della Conferenza episcopale
cubana che cominciavano la loro Assemblea plenaria, diverse autorità dello Stato e
del Partito comunista cubano che seguono gli affari religiosi e, poco prima di prendere
l'aero di ritorno a Roma, oltre a pronunciare una conferenza su "Chiesa, comunicazione
e cultura digitale", ha avuto un incontro con i comunicatori cattolici che lavorano
e collaborano per numerose pubblicazioni diocesane.
Come hanno spesso sottolineato
le agenzie internazionali e la stampa latinoamericana - che ha dato un grande rilievo
alla visita del presule - mons. Celli ha ribadito la richiesta fatta pervenire da
molto tempo alle autorità da parte dei vescovi, di poter avere un maggiore e più stabile
accesso ai mass-media cubani. Al riguardo, secondo l'agenzia Ansa, mons. Celli a conclusione
della visita ha dichiarato: "Non mi hanno dato una risposta, né io mi aspettavo di
averla in quel momento". Poi, ha ricordato ciò che aveva già detto subito dopo i suoi
incontri con le autorità del Ministero per l'informatica e le comunicazioni e con
quelle della Televisione nazionale: "Ho notato attenzione e rispetto". “L'accesso
della Chiesa alle nuove tecnologie digitali - aveva precisato mons. Celli - consentirebbe
ad essa di offrire al popolo cubano i suoi valori, i suoi messaggi, la Parola di Dio”,
cose che servono a tutti. Parlando poi con l'agenzia Ansa, il presule ha ribadito
che questa richiesta è stata rinnovata ancora una volta alle autorità de L'Avana,
auspicando che ciò sia un nuovo passo nel continuo miglioramento dei rapporti tra
lo Stato e la Chiesa cattolica.
Infine, in merito ad alcune affermazioni di
stampa secondo le quali in uno di suoi interventi mons. Celli avrebbe fatto riferimento
esplicito ad una famosa blogger fortemente critica del governo cubano, l'arcivescovo
Claudio Maria Celli ha concluso: "Non ho fatto nessun riferimento a persone concrete.
Ho parlato solo dei blog come esempio delle possibilità offerte dalla tecnologia".
(A cura di Luis Badilla)