Filippine: governo e ribelli riprendono le ricerche di padre Sinnot, rapito un mese
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Dopo le polemiche ‘politiche’ dei giorni scorsi è ripresa oggi la collaborazione tra
il governo delle Filippine e i ribelli separatisti meridionali del Fronte moro di
liberazione islamica (Milf) nella ricerca di padre Michael Sinnott, il missionario
irlandese rapito l’11 ottobre scorso a Pagadian, nel sud delle Filippine. I vertici
del Milf hanno fatto sapere questa mattina di aver nuovamente dispiegato 3000 uomini
nelle province di Lanao, dove si ritiene si trovi il nascondiglio dei rapitori, per
partecipare alle ricerche del missionario. Contemporaneamente anche l’esercito proprio
oggi ha diviso l’area in cui si troverebbe padre Sinnott in tre zone differenti, dispiegando
uomini e mezzi alle ‘frontiere’ delle tre aree. La scelta, hanno spiegato dalla Commissione
di gestione delle crisi (Cmc, l’organismo governativo che da un mese sta conducendo
le trattative) è limitare gli spostamenti dei rapitori, sperando così di costringerli
a finalizzare i negoziati in corso. Alan Molde, portavoce del Cmc nell’area del rapimento,
parlando con i media filippini si è detto “ottimista” sulla pronta liberazione del
missionario. Secondo la ricostruzione fornita all'agenzia Misna dai suoi confratelli,
padre Michael Sinnott (78 anni) è stato rapito in pieno centro da un gruppo di sei
uomini armati mentre stava passeggiando da solo a poche decine di metri dall’ingresso
della casa dei padri colombani di Pagadian. (R.P.)