La riforma sanitaria negli Usa, vittoria del dialogo
E’ stata salutata come una decisione storica da parte della Camera degli Stati Uniti
l’approvazione del testo sulla legge di riforma del sistema sanitario statunitense.
Una misura fortemente voluta dal presidente Barack Obama, che è riuscito per il momento
ad arginare l’opposizione compatta di tutti i deputati repubblicani. Affinchè la riforma
diventi legge, tuttavia, è necessario che si esprima anche il Senato, dove la maggioranza
democratica non è affatto scontata. A segnare il punto di svolta è stata l’eliminazione
dalla bozza di legge del paragrafo relativo al rimborso pubblico per le assicurazioni
in caso di spese per l’aborto, una norma che era stata fortemente contestata anche
dalla Chiesa degli Stati Uniti. Stefano Leszczynski ha intervistato Alberto
Simoni, americanista del quotidiano Avvenire:
R.
- E’ chiaro che si tratta di una vittoria politica per Obama, ma soprattutto è una
vittoria figlia della voglia di dialogo, della voglia di trovare un compromesso. Quanto
accaduto con il mondo cattolico, con i vescovi americani è da leggere in tal senso.
Infatti, è stato proprio il compromesso raggiunto sull’aborto, dopo le pressioni da
parte della Conferenza episcopale americana, che ha spianato la strada all’approvazione
della riforma sanitaria. Già quest’estate alcuni deputati democratici si erano espressi
contro la riforma della sanità, poiché essa prevedeva che lo Stato, praticamente,
e le assicurazioni, pagassero per le interruzioni di gravidanza. Fin quando l’altra
sera su pressing di Obama, lo speaker della Camera ha deciso di porre un emendamento
che toglieva di fatto il finanziamento pubblico dell’aborto.
D.
– In sostanza si può dire che Obama è riuscito a far passare il suo messaggio sull’importanza
di una riforma della sanità negli Stati Uniti?
R. -
E’ comunque una riforma che è stata votata in modo contrario e compatto da parte del
Partito Repubblicano. Quindi è vero, Obama è riuscito a far passare la sua voglia,
il suo messaggio di cambiamento, ma non tutti gli americani lo hanno recepito. Tuttavia,
è una riforma che probabilmente negli Stati Uniti non si poteva più posticipare. La
sanità Usa costa ai contribuenti americani e alla nazione americana tantissimo in
termini economici.
D. - Questa misura potrebbe portare
anche a un calmieramento dei prezzi delle assicurazioni sanitarie private?
R.
– Quello era uno dei principali obiettivi. Infatti, Obama dice: “ Io voglio far sì
che tutti possano competere. Porto il pubblico nel mercato, in modo tale da far sì
che tutti siano obbligati ad abbassare i costi, e quindi, a rendere più accessibile
le cure sanitarie, quindi i costi delle medicine, delle prestazioni sanitarie a un
maggior numero di americani”. Secondo le stime dovrebbero essere coperti con questa
nuova riforma 36 milioni di statunitensi in più. Se veramente questa riforma arriverà
fino al traguardo finale, che significa la firma del presidente Obama, nello studio
ovale, sarà sicuramente una rivoluzione per gli americani.