Filippine: decapitato un insegnante rapito a Mindanao
La testa di Gabriele Canizares, è stata trovata oggi a Jolo (a Mindanao) dalla polizia.
Canizares era insegnante e preside di una scuola elementare rapito lo scorso 20 ottobre
a Patikul (Sulu) da un commando 12 uomini armati. I rapitori, collegati agli estremisti
islamici di Abu Sayyaf, avevano chiesto nei giorni scorsi un riscatto di 30 mila
euro. La notizia ha fatto aumentare i timori per la vita di padre Sinnott, missionario
colombano rapito lo scorso 11 ottobre a Pagadian (Zamboanga; Mindanao) in condizioni
analoghe a quelle di Canizares. Padre Patrick O’Donoghue, responsabile dell’istituto
di San Colombano, sottolinea la necessità delle autorità di stabilire delle trattative
con i rapitori. Infatti egli avverte sui rischi della massiccia operazione armata
ipotizzata da esercito e polizia che metterebbe a serio rischio la vita del missionario.
“Per ora io non sono in trattative con nessuno – afferma il sacerdote ripreso dall'agenzia
AsiaNews - neppure la Chiesa ha finora avuto contatti con i rapitori. Ma non conosco
nessuno che abbia finora stabilito un dialogo con i rapitori di padre Sinnott. Speriamo
che i sequestratori considerino l’età e i problemi di salute del missionario – continua
P. O’Donoghue – e ci auguriamo che venga liberato quanto prima”. A quasi un mese dal
rapimento, le autorità non hanno ancora stabilito un reale contatto con i rapitori.
Questi hanno chiesto un riscatto di 2 milioni dollari per la liberazione di padre
Sinnott attraverso un video diffuso il 31 ottobre. Nel filmato il missionario, che
ha 79 anni e soffre di gravi problemi cardiaci, tiene in mano un giornale datato 22
ottobre e dichiara di essere ancora in buona salute. Principali sospettati del rapimento
sono per ora i terroristi di Abu Sayyaf e i ribelli del Milf (Moro Islamic Liberation
Front). Il Milf ha sempre respinto tutte le accuse offrendo la sua collaborazione
per liberare il sacerdote. Intanto il responsabile delle operazioni militari Benito
de Leon, afferma che forze polizia ed esercito filippino hanno circondato i confini
della provincia di Lanao del Sur, possibile covo dei rapitori. Egli assicura che
“per non minare i fragili dialoghi in corso tra governo e Milf non partirà nessuna
operazione senza il benestare del governo centrale e dell’unità di crisi di Zamboanga”.
(R.P.)