“Tu prepari il frumento per gli uomini”: tema della Giornata del Ringraziamento
Un’occasione per ringraziare del Creato e riflettere sull’importanza del mondo rurale:
è la Giornata del Ringraziamento che ricorre oggi, ma sarà celebrata domenica prossima
a livello nazionale per non accavallarsi con la visita del Papa a Brescia. Curata
dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la
pace della CEI, il Messaggio dell’iniziativa ha per titolo “Tu prepari il frumento
per gli uomini”. Ma cosa si vuole comunicare con questa Giornata? Debora Donnini
lo ha chiesto a mons. Arrigo Miglio, presidente della stessa Commissione e
vescovo di Ivrea:
R. – La Terra
è il grande libro scritto dal Creatore e quindi vogliamo invitare la comunità cristiana
e tutta la società a rieducarsi, a leggere questo libro. Il secondo messaggio è quello
della custodia del creato: il Creatore ha posto l’uomo sulla Terra perché ne sia custode,
fedele e saggio amministratore. Il terzo messaggio importante, proprio raccogliendo
anche vari inviti del Santo Padre, anche nella “Caritas in veritate”, è il discorso
della condivisione dei beni della Terra. Quindi da una parte il problema della giustizia
a livello globale, i problemi della fame e della denutrizione, ma c’è anche il problema
dell’espropriazione del suolo e quindi l’accaparramento di terre, di suolo, da parte
di economie emergenti a scapito della sopravvivenza o di una vita dignitosa delle
popolazioni dei Paesi più poveri.
D. – Voi fate un
esplicito riferimento, nel messaggio di quest’anno, all’Africa…
R.
– Sì, proprio per quest’aspetto dell’accaparramento del suolo ed è un discorso che
va di pari passo con quello della cementificazione. Questo riguarda anche il nostro
continente, il nostro Paese. Ridare quindi alla cultura del mondo agricolo il suo
ruolo primario che in questi anni, almeno in certe regioni anche del nostro Paese,
è stato un po’ considerato una cultura di serie B rispetto alla cultura industriale,
del terziario. C’è un riscatto ed una centralità, credo, da recuperare e quindi questa
cultura è un lavoro di educazione.
D. – Un passaggio
del messaggio sottolinea come “dalla solidarietà deve nascere un rapporto con i fratelli
migranti che ne rispetti davvero la dignità personale”. Voi fate quindi un riferimento
all’accoglienza verso i migranti...
R. – C’è tutto
un mondo di lavoratori dell’agricoltura extracomunitari. C’è un dovere di accoglienza
ma bisogna anche riconoscere, come dice il messaggio, che sono importanti e decisivi
per il mantenimento stesso del mondo agricolo. In fondo questa manodopera diventa
indispensabile in molte situazioni.