L’appello dell’ONU perché il vertice di Copenhagen sul clima sia “punto di svolta”
Il vertice di Copenhagen sia ''il punto di svolta nella lotta internazionale contro
il cambiamento climatico''. Sono parole del segretario esecutivo della Convenzione
Onu sul clima, Yvo de Boer, che ha partecipato in questi giorni a Barcellona alla
conferenza preparatoria al summit che si terrà nella capitale danese dal 7 al 18 dicembre
prossimi. ''Pochi progressi'' sono stati compiuti sui ''due punti chiave'' della trattativa
sul clima, ha comunque ammesso de Boer: la riduzione delle emissioni dei Paesi industrializzati
entro il 2020 e il volume degli aiuti da destinare agli Stati in via di sviluppo per
attenuare gli effetti già disastrosi dei cambiamenti climatici. Proprio tali conseguenze
dannose minacciano le riserve idriche della Terra, importantissime per la nostra sopravvivenza.
Su questo aspetto, ascoltiamo il prof. Minik Rosing, geologo all’Università
di Copenhagen, intervistato da Giada Aquilino:
R. – “Water
is important for everything…” L’acqua è importante per tutto ciò che si
trova sulla Terra. Di certo, la vita dipende completamente dall’acqua: tutti i processi
sul nostro Pianeta apparentemente funzionano grazie all’acqua corrente.
D.
– Quale riflessione è chiamata a compiere oggi la comunità internazionale per la salvaguardia
ambientale?
R. – “I think that when we see...” Penso
che quando osserviamo i cambiamenti climatici, una delle considerazioni importanti
è: non è che stiamo perdendo acqua, ma l’acqua va a distribuirsi in maniera diversa
sul Pianeta. Quei luoghi che sono sempre stati abituati ad avere molta acqua, forse
ne avranno meno o ne avranno in un momento diverso dell’anno rispetto a com’erano
abituati. Quindi, il problema del cambiamento climatico è che avremo acqua in zone
diverse e in tempi diversi. E questo è il problema.
D.
– Qual è il rapporto oggi tra uomo e acqua?
R. –
“Everybody on Earth…” Tutti sulla Terra fondamentalmente vivono dove esiste
una buona scorta d’acqua. Possiamo vedere, per esempio, come la maggioranza della
popolazione sia concentrata lungo i fiumi Nilo, Mekong, Indo, Gange. Di contro, in
posti come la Mongolia, l’Afghanistan, le zone aride ci sono poche persone. Quindi,
certamente, le persone vivono dove c’è acqua, perché dall’acqua dipendono la vegetazione,
gli animali ed ogni cosa: l’acqua è assolutamente essenziale per tutte le coltivazioni
umane.
D. – Uragani, inquinamento, erosione, innalzamento
del livello dei mari. Quale futuro attende le acque del Pianeta?
R.
– “It is very difficult to say...” E’ molto difficile da dire. Ci rendiamo
conto di ulteriori problemi. E’ già successo nella storia, come quando abbiamo realizzato
che aggiungere piombo alla benzina rappresentava un problema per la salute della gente:
abbiamo fatto delle leggi che limitassero la quantità di piombo ed ora siamo riusciti,
in buona misura, a far rientrare il problema. E la stessa cosa con il buco nell’ozono:
quando abbiamo scoperto il problema, abbiamo iniziato a lavorarci sopra. Quindi, abbiamo
questa consapevolezza dell’importanza dell’acqua e delle difficoltà che ci troviamo
ad affrontare. E’ il primo passo verso una soluzione: abbiamo capito quale sia il
problema e ciò significa che possiamo fare qualcosa per risolverlo.
D.
– Il prossimo mese, a Copenhagen, si terrà il vertice Onu sui cambiamenti climatici.
Quanto è importante?
R. – It is very important, because... E’
molto importante, perché riunirà tante persone in grado di prendere decisioni. Fondamentalmente
significa che, se tutti quelli che devono prendere provvedimenti saranno d’accordo
sulla limitazione delle emissioni di gas serra per mitigare quindi il problema, ciò
sarà già molto significativo. Penso che l’incontro in se stesso sia importante, ma
quello che secondo me è veramente rilevante è il processo che ha portato all’incontro:
infatti, durante questo processo è stato aumentato il prezzo politico da pagare per
non aver agito. E’ sempre più difficile per i politici astenersi dall’agire, in questo
ambito. Inoltre, la nostra consapevolezza sull’esistenza del problema è aumentata.
Sono pochi i politici che possono provare ad affermare che il problema non esiste,
che non vedono mutamenti globali e che i cambiamenti climatici non sono provocati
dall’uomo: ormai, nessuno può cavarsela con affermazioni di questo genere. Quindi,
penso che il processo compiuto negli ultimi due anni sia molto più importante dell’incontro
stesso.
D. – Cosa pensa del protocollo di Kyoto?
E’ stato un errore o un contributo importante?
R.
– I don’t think you can talk about … Non penso che si possa dire che sia
giusto o sbagliato: ci si può chiedere se sia sufficiente o no. Certamente si può
dire che il Protocollo è quello che è: ovviamente sarebbe stato meglio se tutti avessero
aderito al Protocollo ed ancor meglio se lo avessero seguito. Penso che la questione,
oggi, non sia che il Protocollo di Kyoto non sia stato elaborato bene, quanto il fatto
che in realtà sono stati proprio in pochi a seguirlo.