2009-11-07 14:48:32

Pellegrinaggio universitario al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata: il saluto del Papa


Sono oltre quattro mila i ragazzi romani e abruzzesi partecipanti al Settimo pellegrinaggio degli universitari organizzato dall’Ufficio per la Pastorale universitaria della diocesi di Roma che si svolge oggi al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso d’Italia. Tema della giornata: “Lo riconobbero dallo spezzare il pane”. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

“Che questo provvido incontro tra universitari romani e abruzzesi susciti in voi una rinnovata adesione in Cristo ed una sempre più grande testimonianza evangelica”. Con queste parole, tramite telegramma, il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto salutare i partecipanti al Settimo pellegrinaggio degli universitari a San Gabriele dell’Addolorata. Questa mattina mons. Michele Seccia, vescovo della diocesi di Teramo-Atri, nell’accogliere i ragazzi appena arrivati al Santuario ha spiegato loro che non bisogna mai fermarsi e che si può ripartire proprio guardando le macerie di un sepolcro. Il sepolcro è quello vuoto di Cristo, simbolo di sofferenza e di morte, ma soprattutto della grande speranza della Resurrezione. E’ proprio su questo tema della rinascita dopo il dolore della tragedia del terremoto che si sono basate le testimonianze degli universitari abruzzesi e nel pomeriggio i giovani pellegrini parteciperanno ad una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari.

 
Ma qual è l’obiettivo primario di questo pellegrinaggio? Isabella Piro lo ha chiesto a don Paolo Morocutti, cappellano della Lumsa, la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma:RealAudioMP3

R. – L’obiettivo di questo settimo pellegrinaggio è l’obiettivo continuativo degli altri pellegrinaggi dei giovani universitari, delle giovani matricole: iniziare l’anno insieme. In questo senso, come pellegrinaggio è caratterizzato da un cambiamento: precedentemente andavamo sempre ad Assisi, che era il luogo ormai consueto di questi pellegrinaggi. Iniziavamo da un amico dei giovani, San Francesco; quest’anno siamo all’Isola del Gran Sasso, ad incontrare un altro amico dei giovani, San Gabriele dell’Addolorata. E questo sta a significare anche questo legame che la pastorale universitaria della diocesi di Roma vuole realizzare in maniera solidale insieme a tanti studenti meno fortunati che in questo anno hanno vissuto il dramma del terremoto, che poi per tanti giovani ha toccato anche la possibilità di vivere serenamente il periodo degli studi.

 
D. – Quindi per questi ragazzi in particolare, questo pellegrinaggio assume un valore in più, ha un valore aggiunto?

 
R. – Ha il valore della solidarietà. Il Santo Padre Benedetto XVI più volte sottolinea l’importanza della carità intellettuale, ma la carità intellettuale poi si fa anche carità fattiva venendo a fare incontrare giovani vite che condividono un periodo importante della loro storia, che è quello della ricerca scientifica, della formazione integrale della propria personalità.

 
D. – Il motto dell’iniziativa è tratto dal Vangelo di Luca: “Lo riconobbero nello spezzare il pane”. Cosa significa questo versetto?

 
R. – Il versetto è in comunione con l’Anno dell’Eucaristia per la diocesi di Roma: la diocesi di Roma riflette quest’anno sull’Eucaristia e sull’importanza dell’Eucaristia domenicale; anche la pastorale universitaria vuole ripartire insieme alla diocesi da questa sottolineatura, che è una sottolineatura esistenziale per il cristiano e anche per lo studente: partire dall’Eucaristia per una formazione integrale e un umanesimo cristiano.

 
D. – San Gabriele è un amico dei giovani. Cosa rappresenta questo santo per gli universitari?

 
R. – Questo santo, che non è molto conosciuto, in realtà significa molto per la vita dei giovani cattolici. Benedetto XV nel 1920 lo canonizza e canonizzandolo lo fa patrono della gioventù cattolica. Quindi, i giovani sono molto attaccati alla figura di San Gabriele dell’Addolorata che tra l’altro è morto a 24 anni con una vita intensa vissuta nell’amore per la Chiesa e nel dono di sé ai fratelli.

 
D. – Il pellegrinaggio degli universitari è giunto – appunto – alla settima edizione. Possiamo fare un bilancio di tutto quello che è stato fatto finora?

 
R. – Il bilancio è indubbiamente positivo, sia per i numeri sia poi per quello che prosegue, perché evidentemente il pellegrinaggio delle matricole si colloca all’inizio dell’anno accademico e questo è una forte spinta per questi giovani: anche per i fuori sede è un momento aggregativo di grande importanza in cui ripartiamo da un incontro di spiritualità, di solidarietà, di comunione che poi ha una sua continuazione nelle varie cappellanie universitarie nel cammino di ciascuna università.

 
D. – L’università è tempio della sapienza. Ma questo non deve far dimenticare anche l’importanza della fede nella conoscenza …

 
R. – La vera sapienza implica anche il dato della fede, evidentemente non si esclude. E’ una sapienza che si incarna nello studio, però in uno studio che è offerta, che è ricerca della verità.

 
D. – I ragazzi che partecipano a questo pellegrinaggio degli universitari cosa imparano? Come escono rinnovati da questa esperienza?

 
R. – C’è una duplice esperienza: la prima è l’esperienza umana della socializzazione. Trovano altri giovani e quindi questo aspetto comunionale è comunque importante in una società in cui si pensa troppo all’individuo e si tende anche a questa de socializzazione ormai imperante. Il secondo aspetto è quello della grazia: visitare questi luoghi, toccare con mano l’esperienza di giovani santi che hanno dato la vita, tocca il cuore di questi ragazzi. E questa è l’esperienza della grazia.







All the contents on this site are copyrighted ©.