Bornholmer Strasse, 9 novembre 1989. Fu in questa strada che 20 anni fa venne aperto
uno dei primi varchi nel Muro di Berlino. E' in questa strada che lunedì prossimo
- giorno di solenni celebrazioni per il ventennale della caduta - che si incontreranno
alcuni dei protagonisti dei quella storica sera. Ma sarà la Porta di Brangdeburgo,
nel cuore della città berlinese, lo sfondo della grande festa alla quale si attendono
almeno 100 mila persone e molti dei leader mondiali di Gran Bretagna, Francia e Russia,
oltre al segretario di Stato americano Hillary Clinton, in rappresentanza del presidente
Barack Obama, che in quei giorni sarà in viaggio in Asia, e dell'ultimo leader sovietico,
Mikhail Gorbaciov. Padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies,
il settimnale informativo del Centro Televisivo Vaticano, ritorna a quell'epoca e
al ruolo che giocò la Chiesa guidata da Giovanni Paolo II: Sono passati
vent'anni dal giorno indimenticabile della caduta del muro. Che festa di popolo a
Berlino! Quanto stupore e quanta gioia in tutta l'Europa e nel mondo vedendo e rivedendo
quelle immagini incredibili! Per quasi trent'anni chi cercava di superarlo fuggendo
verso la libertà rischiava la vita, decine e decine di persone erano morte sotto gli
occhi inorriditi dei testimoni di passaggio. Avevamo creduto che il grande carcere
protetto da quel muro - e più ampiamente dalla "cortina di ferro"- avrebbe resistito
ancora per molti anni. Invece le aspirazioni alla libertà e le debolezze intrinseche
nei regimi fondati su un'ideologia nemica di Dio e della persona umana avevano lavorato
in profondità nei popoli dell'Est, preparando un crollo epocale, non accompagnato
- fatto fortunato e raro - da grandi versamenti di sangue. Senza
voler semplificare un processo storico estremamente complesso, ci è spontaneo ricordare
il ruolo dell'elezione e della persona di Giovanni Paolo II, dei suoi viaggi in una
Polonia rimasta in larghissima parte fedelmente cattolica e delle loro conseguenze
sulle aspirazioni e le domande di libertà del suo popolo e di quelli vicini. Quando
l'anziano Pontefice passava infine sotto la Porta di Brandeburgo, non solo la Germania
era riunificata, ma l'Europa respirava con i suoi due polmoni, dell'Ovest e dell'Est,
e la fede cristiana aveva dimostrato di aver contribuito ancora una volta all'unione
e alla civiltà del continente, superando la prova crudele dell'ateismo di Stato. E'
bene ricordarlo, quando si insiste a ridurre questa fede nell'ambito strettamente
privato. Intanto nel mondo, purtroppo, si sono edificati e si edificano altri muri.
Continueremo a impegnarci attendendo di festeggiare, alla fine, anche la loro inutilità
e il loro abbattimento.