Ricorso del governo italiano contro la sentenza della Corte di Strasburgo sul Crocifisso
Come anticipato nei giorni scorsi, il governo italiano farà ricorso contro la sentenza
della Corte europea dei diritti dell’uomo che chiede la rimozione del Crocifisso dalle
aule scolastiche. E’ quanto deciso oggi dal Consiglio dei Ministri. L’incarico di
curare il ricorso del governo sarà affidato al ministro degli Esteri, Franco Frattini.
In una conferenza stampa, il premier Silvio Berlusconi ha affermato che la sentenza
non è coercitiva e che, qualunque sia l’esito del ricorso, i crocifissi rimarranno
nelle aule. Intanto, si moltiplicano le prese di posizione nella Chiesa e nella società
civile, come nel mondo della politica e della cultura contro il pronunciamento della
Corte di Strasburgo. Il Crocifisso, ha affermato il cardinale vicario Agostino Vallini,
non ha mai offeso la libertà altrui ed ha sottolineato che la sentenza della Corte
europea ignora la cultura del popolo italiano. Per il cardinale arcivescovo di Cracovia,
Stanislaw Dziwisz, si tratta di una “sentenza incomprensibile” che suscita “preoccupazione
per la libertà religiosa in Europa”. Il pronunciamento della Corte di Strasburgo è
stato criticato anche dal Patriarcato ortodosso di Mosca. Un pronunciamento che può
portare ad una destabilizzazione in tutta l’Europa, ha detto il rappresentante del
Patriarcato presso il Consiglio d'Europa. Dal canto loro, alcuni parlamentari europei
hanno tenuto a ribadire, in una dichiarazione scritta, che va riconosciuto il pieno
diritto di tutti gli Stati membri dell’Unione ad esporre simboli religiosi all’interno
dei luoghi pubblici. (A cura di Alessandro Gisotti)