2009-11-06 15:50:34

I vescovi del Paraguay: sosteniamo la democrazia, non determinate scelte politiche


La Conferenza episcopale del Paraguay, riunita per la 186.ma Assemblea plenaria, ha precisato che le sue recenti prese di posizione a sostegno del sistema democratico e costituzionale non comportano un giudizio politico sulle autorità che governano e che sono state elette dal popolo. Mons. Adalberto Martínez Flores, vescovo di San Pedro e segretario dell’episcopato, parlando con i giornalisti nel corso del briefing giornaliero, ha affermato che ai vescovi non è chiesto di dare un giudizio politico. Il sostegno alla democrazia non dipende dal fatto che il presidente sia Fernando Lugo. Tale sostegno, inoltre, è indipendente dalla persona che ha impegni di governo, dal fatto che sia esponente di una determinata posizione politica e di un programma. Il presule ha anche risposto alle domande sui possibili tentativi di settori dell’opposizione di accusare costituzionalmente il capo dello Stato in carica. I vescovi, riuniti da lunedì in Assemblea plenaria, non hanno trattato questa questione - ha precisato il segretario dell’episcopato - poiché è un tema estraneo alla missione della Chiesa. “Di questo - ha spiegato - si occuperanno le istituzioni della politica e il Parlamento se lo ritengono necessario”. La Chiesa, ha osservato poi mons. Martìnez, ha sempre difeso - e continuerà a farlo - “gli sviluppi democratici di cui possono beneficiare il Paese e la cittadinanza in generale. Se i parlamentari credono di avere delle ragioni per aprire un giudizio politico contro il presidente Lugo, certamente questi non deve rispondere alla Chiesa ma ai cittadini”. Il presule ha precisato che in questa materia occorre sempre “misura e prudenza” poiché così chiede l’intero Paese. In Paraguay, da diversi giorni, si è acuita la tensione politica, non solo perché alcuni settori dell’opposizione minacciano di aprire una procedura parlamentare per la destituzione del Presidente, ma anche perché Fernando Lugo, due giorni fa e a sorpresa, ha cambiato tutti i vertici delle Forze armate. Al tempo stesso, sulla stampa locale sono aumentate le speculazioni, prive di fondamento, che paventano gravi dissidi con i vertici militari. In alcuni quotidiani si è addirittura parlato di un tentativo di colpo di Stato. (L.B.)







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