Usa: con un referendum il Maine dice no ai matrimoni gay
Dopo la California anche il Maine, lo Stato americano che confina con il Canada considerato
tra i più 'liberal' degli Stati Uniti, ieri ha detto no per referendumai matrimoni
tra persone dello stesso sesso, abrogando una legge varata dal Parlamento locale e
firmata dal governatore italo-americano e cattolico John Baldacci. Com'è successo
in California, gli oppositori alle unioni gay sono riusciti a mobilitare gli elettori,
e ancora una volta e' stato determinante il ruolo svolto dalla Chiesa Mormone, che
ha investito ingenti mezzi nella campagna elettorale per la cosiddetta 'Question 1'.
I si' all'abrogazione sono stati il 53% circa, i no il 47%. Ma, contrariamente alla
California, i matrimoni gay non erano diventati legali in seguito ad una decisione
giudiziaria, come era successo anche in altri cinque Stati tra cui il Massachusetts,
il primo a riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso. In Maine e' stato
il parlamento locale, su iniziativa propria, a dare il via libera, e il Governatore
aveva firmato la legge (la cui entrata in vigore era stata pero' ritardata in attesa
del referendum) spiegando che sull'argomento aveva cambiato idea dopo una lunga riflessione,
lui che da cattolico era inizialmente contrario. Lo Stato al confine con il Canada
e' diventato cosi' il 31.mo degli Stati Uniti a respingere i matrimoni omosessuali
per referendum. Altri cinque stati - Massachusetts, Connecticut, Iowa, New Hampshire
e Vermont - hanno legalizzato i matrimoni omosessuali per verdetto di tribunali o
azioni legislative. L'esito del referendum - riferisce l'agenzia Ansa - sembra confermare
che la linea della classe politica americana sui matrimoni gay e lesbici, contrasta
con quella dell'opinione pubblica, anche negli Stati più liberal del New England,
come appunto il Maine o la California. (R.P.)