Presentato l'incontro del Papa con gli artisti nella Cappella Sistina, il 21 novembre.
Mons. Ravasi: la Chiesa cerca una "nuova allenza" con l'arte
A 45 anni dal celebre discorso che Paolo VI tenne agli artisti nella Cappella Sistina
- e a 10 anni dall’altrettanto celebre Lettera che nell’aprile del ’99 indirizzò agli
artisti Giovanni Paolo II - Benedetto XVI si prepara a rivivere un analogo incontro
il prossimo 21 novembre, sempre nella Cappella Sistina, con una rappresentanza internazionale
di esponenti di ogni settore dell’arte. L’evento è stato presentato stamattina in
Sala Stampa vaticana dall’arcivescovo Gianfranco Ravasi - presidente del Pontificio
Consiglio della Cultura, che promuove l’incontro - e dal direttore dei Musei Vaticani,
il prof. Antonio Paolucci. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Da tutto
il mondo a Roma, in Vaticano, sotto gli affreschi della Sistina - che Paolo VI definì
un “cenacolo” per gli artisti - per rilanciare, all’inizio del 21.mo secolo, un dialogo
“globale” con tutti i settori dell’arte: dialogo che la Chiesa ha sempre avuto nei
secoli e che da oltre 40 anni - prima con Paolo VI e quindi con Giovanni Paolo II
- aveva ripreso attraverso incontri rimasti nella storia. Dietro l’appuntamento che
il prossimo 21 novembre vedrà oltre 260 artisti rispondere all’invito del Pontificio
Consiglio della Cultura per ascoltare le parole di Benedetto XVI c’è nella sua integrità,
ha affermato mons. Ravasi, lo spirito che Papa Wojtyla dieci
anni fa condensò nella sua Lettera agli artisti e che il presidente del dicastero
ha ripetuto:
“Questa [l’arte], infatti, anche al di là delle sue espressioni
più tipicamente religiose, quando è autentica, ha un'intima affinità con il mondo
della fede, sicché, persino nelle condizioni di maggior distacco della cultura dalla
Chiesa, proprio l'arte continua a costituire una sorta di ponte gettato verso l'esperienza
religiosa. In quanto ricerca del bello, frutto di un'immaginazione che va al di là
del quotidiano, essa è, per sua natura, una sorta di appello al Mistero. Persino quando
scruta le profondità più oscure dell'anima o gli aspetti più sconvolgenti del male,
l'artista si fa in qualche modo voce dell'universale attesa di redenzione”.
Il
presule ha spiegato all’inizio della conferenza stampa che l’orizzonte entro il quale
è stata condotta la selezione per gli inviti all’incontro col Papa è stato “il più
vasto possibile”. Oltre 500 gli artisti contattati - un numero molto ampio nonostante
le limitazioni di capienza imposte dalla Sistina - nessun rifiuto di tipo ideologico,
solo una serie di defezioni dovute a impegni pregressi degli artisti impossibilitati
a sottrarvisi. E soprattutto, nessuna limitazione di tipo religioso: “I
soggetti che sono invitati e che parteciperanno non appartengono soltanto al mondo
cattolico, anche se il mondo cattolico evidentemente è rappresentato in maniera molto
sostanziosa e sostanziale. Si tratta, infatti, anche in questo caso dell’orizzonte
più esteso possibile: tutti coloro cioè che sono significativi all’interno della loro
ricerca artistica, prescindendo quindi dalla confessione, prescindendo dal loro credo,
dalle loro appartenenze nazionali o etniche o politiche”.
Pittura e
scultura, architettura, letteratura e poesia, musica e canto, cinema, teatro, danza,
fotografia. Queste le macro-categorie nelle quali sono stati raggruppati gli artisti.
Con tutte loro, ha ribadito mons. Ravasi, la Chiesa intende ristabilire una “nuova
alleanza”. Quell’alleanza tra due dimensioni che si confrontano entrambe con lo sforzo
di rappresentare l’infinito. Mons. Ravasi ha riconosciuto che in passato questa alleanza
si è “spezzata”:
“E’ accaduto, da una parte, che la Chiesa si è accontentata
molto spesso del ricalco di modelli passati oppure si è accontentata semplicemente
di luoghi comuni, di stereotipi, qualche volta anche semplicemente del pur nobile
artigianato, senza interrogarsi sulla possibilità di uno stile che fosse espressione
del proprio tempo. E dall’altra parte, l’arte, che ha tentato soprattutto sperimentazioni
di linguaggio, ricerche stilistiche, elaborazioni autoreferenziali, provocazioni,
cioè ha un po’ anch’essa dato le dimissioni nei confronti della sua sorgiva vocazione,
quella di rappresentare questo mistero, questo senso ulteriore”. Nel
Novecento - ha spiegato il direttore dei Musei Vaticani, il prof.Antonio Paolucci - Paolo VI volle riannodare le fila di un rapporto
quasi dimenticato della Chiesa col mondo artistico, ricordando appunto - in quel famoso
incontro del 1964 nella Sistina - che la sfida dell’artista è quella di “carpire dal
cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di
accessibilità”. Una consapevolezza che per Papa Montini era frutto di una lunga maturazione: “Quello
che Benedetto XVI dirà agli artisti il prossimo 21 novembre viene dal cuore del ‘900,
viene dagli articoli che sono rimasti memorabili, che Montini ancora giovane prete,
nei primi anni ’30, scriveva su questo argomento. C’è un articolo, rimasto famoso,
del 1931, quando Montini, trentenne, o poco meno o poco più, si domanda: 'Ma cosa
sarà l’arte sacra del futuro? Possibile che dobbiamo andare avanti con queste bolse
ripetizioni? Possibile che questo divorzio non sia recuperabile?'”.
L’obiettivo
del prossimo incontro, ha ulteriormente precisato il presule, non ha il fine strumentale
di indurre gli artisti a diventare “produttori di arte sacra, di arte liturgica” -
anche se ciò, ha ipotizzato, potrebbe in qualche caso rappresentare un’evoluzione
futura. Lo scopo, ha proposto mons. Ravasi, è quello di confrontarsi seguendo alcuni
punti: “Da una parte la Chiesa, che ripropone ancora
i suoi grandi simboli, la sua enorme lettura della realtà, le sue narrazioni, le sue
grandi figure, i suoi grandi temi, temi sconvolgenti anche. E l’artista non è evidentemente
costretto apologeticamente a rappresentarli: li raccoglie e li fa fiorire attraverso
questa potenzialità di eterno e di infinito che è in essere”. A
mons. Pasquale Iacobone, organizzatore dell’incontro per conto del dicastero pontificio,
è spettato il compito di illustrare ai giornalisti le modalità dell’evento, che sarà
preceduto - nel pomeriggio del 20 novembre - da una visita degli artisti alla Collezione
di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, realizzata da Paolo VI, e sarà
concluso da un ricevimento offerto dallo sponsor unico dell’evento, la “Martini e
Rossi”. Nella mattinata del 21 novembre, poi, l’atteso discorso del Papa gli artisti
radunati nella Cappella Sistina. Due brevi interventi musicali, su musiche di Palestrina,
apriranno e chiuderanno l’incontro. Dopo il commiato del Pontefice, ai partecipanti
all’Incontro, si terrà, nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, un ricevimento conclusivo
dell’evento, offerto sempre dalla “Martini e Rossi”, durante il quale mons. Ravasi
offrirà agli artisti, a nome del Papa, una medaglia appositamente coniata per l’evento.