La Conferenza episcopale tedesca critica la sentenza di Strasburgo sul Crocifisso
“La sentenza di Strasburgo è una grande delusione, perché è unilaterale: infatti,
la Croce non è soltanto un simbolo religioso ma anche un segno culturale”. Con queste
parole il segretario della Conferenza episcopale tedesca, il gesuita padre Hans Langendörfer,
è intervenuto sulla sentenza pronunciata due giorni dalla Corte per i diritti umani
di Strasburgo sulla presenza dei Crocifissi nelle aule scolastiche italiane. “La sentenza
vuole porsi a favore della libertà religiosa – ha aggiunto in una nota - ignorando
però la situazione italiana e il reale significato della Croce nella società”. Inoltra
padre Langendörfer ha precisato che la decisione della Corte di Strasburgo riguarda
soltanto l'Italia e non ha alcuna ripercussione sulla Repubblica federale di Germania.
La Corte costituzionale tedesca, infatti, aveva già preso posizione in merito al Crocifisso
nel 1955. In Germania, il legislatore bavarese ha indicato, con la cosiddetta soluzione
in contraddittorio, una via per trovare, nei casi singoli, un equilibrio indulgente
tra le parti legali in conflitto. E’ vero – prosegue- che la libertà religiosa negativa
impone che non si debba essere condizionati dai simboli della fede di altre persone,
ma è vero anche che la Croce ed il Crocifisso sono simboli culturali e segni che fanno
parte di una fede vissuta e quindi della libertà religiosa positiva. Infine il segretario
della Conferenza episcopale tedesca lancia un appello alle Conferenze episcopali europee
affinché ribadiscano costantemente che la libertà religiosa non significa ‘essere
liberi dalla religione’, e che la libertà religiosa negativa non deve mutare in un
generico diritto di impedire la religione. “Il concetto di libertà che governa una
comunità – ha concluso - si manifesta anche nell’apertura e nella cura delle tradizioni
culturali”.(B.C.)