Il vescovo di Uije: aiuti d'emergenza per i profughi del Congo
Mons. Emílio Sumbelelo, vescovo di Uije, ha lanciato un appello per l’invio di aiuti
di emergenza per gli angolani costretti al rimpatrio forzato dalla Repubblica Democratica
del Congo. “Aiutateci prima possibile, perché altrimenti sarà troppo tardi. La situazione
è superiore alle nostre forze”, ha affermato il vescovo ai microfoni di Radio Ecclesia,
emittente promossa dalla Conferenza episcopale di Angola e Sao Tomé e Principe. Mons.
Sumbelelo ha visitato diverse località dove i rimpatriati sono stati accolti in sistemazioni
improvvisate e dove il flusso di persone espulse dalla RD del Congo è continuo, in
particolare, a Bela Vista e Kimbata, nei pressi di Maquela do Zombo. Oltre a Maquela
do Zombo, dove si stima che vi siano circa 6 mila rimpatriati, ve ne sono altri 3mila
nella vicina città di Damba. “Ogni giorno entrano nuovi rimpatriati” afferma il vescovo
di Uije che definisce la situazione “drammatica”. Mons. Sumbelelo ha riconosciuto
gli sforzi del governo e delle organizzazioni umanitarie, tra cui quelle che fanno
capo alla Chiesa cattolica. Tuttavia il vescovo ha sottolineato che questi sforzi
sono “una goccia nel mare, perché molte sono le persone che necessitano di assistenza”.
Ho visto persone con i piedi infiammati per il lungo cammino, che avevano percorso
80 km a piedi. Ho incontrato persone che non hanno mangiato per due, tre o quattro
giorni", ha detto Mons. Sumbelelo. La situazione è resa più grave dalle piogge insistenti
che sferzano la regione. Il presule ha ricordato che durante la sua visita a Maquela
do Zombo, “ha piovuto a catinelle tutti i giorni”. Ai varchi di frontiera di Bela
Vista e Kimbata, Mons. Sumbelelo si è commosso nel vedere le madri con i loro bambini
all'aperto sotto la pioggia, senza alcun riparo. Anche la situazione sanitaria è disastrosa
come ha potuto constatare lo stesso vescovo, che ha trasportato un malato grave con
la propria jeep in una struttura sanitaria. (R.P.)