Brasile: missionari denunciano violenze contro indigeni Guaranì Kaiowà
I corpi senza vita di due docenti indigeni del popolo Guaraní Kaiowá sono stati rinvenuti
nei pressi di Paranhos, nel Mato Grosso do Sul, nel sud del Brasile. Di Olindo Verá
e Genivaldo Verá, riferisce il Consiglio indigenista missionario (Cimi) all'agenzia
Misna, non si avevano notizie da venerdì scorso, quando un gruppo di uomini armati
presumibilmente al soldo di latifondisti locali, aveva attaccato il loro ‘tekohá’,
il territorio tradizionale, denominato Po´i Kuê, aggredendo gli abitanti e cacciandoli
dall’area. In quell’occasione, i ‘pistoleiros’ avevano ferito diversi nativi, sequestrando
i due insegnanti. Olindo e Genivaldo, legati da parentela, facevano parte di un gruppo
di 25 indigeni della comunità di Pirajuí impegnati nell’alfabetizzazione nel territorio
Po´i Kuê, alla frontiera col Paraguay; un’area, occupata dalla ‘fazenda’ Triunfo,
di cui i nativi rivendicano da sempre il possesso in attesa di un pronunciamento della
Fondazione nazionale dell’indio. “I Guarani Kaiowá affrontano la situazione peggiore
tra i popoli indigeni del Brasile, con alti indici di suicidi e malnutrizione infantile.
Il confinamento in piccole porzioni di terra è una delle ragioni principali di precarietà
per questo popolo” denuncia il Cimi. Della comunità di Pirajuí, dove vivevano i due
docenti assassinati, fanno parte almeno 3000 persone, costrette a sopravvivere in
povertà in poco più di 2000 ettari. E il tema “Pace e terra per i popoli indigeni”
è stato al centro nei giorni scorsi a Luziâna, in Brasile, della 18.ma Assemblea generale
del Consiglio indigenista missionario. Come riporta l’Osservatore Romano, porre il
diritto alla terra al di sopra di tutto per avere pace sulla terra è stato il principio
ribadito dall'assemblea perché non c’è rispetto per le differenze, tranquillità e
sicurezza se non ci sarà un futuro degno per i popoli indigeni. Al centro dei lavori
anche l’aspetto economico, politico e sociale degli indigeni. I partecipanti hanno
lanciato un appello perché i diritti umani di queste popolazioni non sono rispettati
né garantiti dai programmi e dalle politiche approvati recentemente. (B.C.)