Alimentazione e idratazione medicalmente assistita tra i temi della plenaria dei vescovi
Usa
L’alimentazione e l’idratazione medicalmente assistita devono essere garantite anche
a persone in stato vegetativo persistente e la loro sospensione è ammissibile moralmente
solo in casi limitati e specifici. È quanto precisano le nuove “Direttive etiche e
religiose per i servizi sanitari cattolici” negli Stati Uniti elaborate dalla Commissione
per la Dottrina della Conferenza episcopale (USCCB). Il documento, elaborato in collaborazione
con il Segretariato per le attività pro-vita e con il contributo di diverse associazioni
e istituti cattolici sarà presentato alla prossima plenaria dei vescovi che si terrà
a Baltimora dal 16 al 19 novembre. Esso aggiorna le direttive del 2001 alla luce dei
più recenti chiarimenti del Magistero su questa delicata materia. Le direttive – riferisce
l’agenzia Cns – chiariscono in particolare alcuni punti controversi emersi con il
caso Terri Schiavo, la donna cerebrolesa morta nel 2005 dopo la sospensione della
nutrizione e dell’idratazione decisa in seguito a una lunga battaglia legale tra i
familiari. Come è noto il caso aveva profondamente diviso l’opinione pubblica americana
anche in ambito cattolico. Alcuni esperti di bioetica cattolici avevano sostenuto
all’epoca che nei casi di stato vegetativo irreversibile la sospensione poteva considerarsi
ammissibile. Di segno diverso le nuove direttive dell’episcopato americano: “L’alimentazione
e l’idratazione medicalmente assistita – vi si legge - non sono moralmente obbligatori
in alcuni casi, ma in linea di principio queste forme di cura essenziali dovrebbero
essere garantire a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, comprese le persone a cui
viene diagnosticato lo stato vegetativo persistente, perché anche il paziente più
debilitato e non autosufficiente ha la piena dignità di un essere umano”. Il documento
ammette invece la possibilità di sospendere l’alimentazione e l’idratazione quando
“non da esse non si possa ragionevolmente attendere il prolungamento della vita o
qualora dovessero essere particolarmente gravose per il paziente, o possano causare
notevoli disagi fisici”. (L.Z.)