Ventimila angolani rimpatriati a forza da Kinshasa vivono nella precarietà
Oltre 20 mila angolani rimpatriati a forza dalla Repubblica Democratica del Congo
continuano a vivere in tende, scarseggiano cibo e assistenza medica. La situazione
umanitaria si sta deteriorando a causa della pioggia che cade sui villaggi di Mbanza
Congo e Kuimba nella provincia dello Zaire. In una intervista a “Radio Ecclesia”,
ripresa dall'agenzia Fides, padre André Justino Futy, della diocesi di Mbanza-Congo,
ha rilanciato l’allarme sulla situazione disastrosa nella quale vivono i rimpatriati:
“più di 20mila persone hanno bisogno urgente di assistenza e di sostegno alimentare”.
“La pioggia insistente dei giorni scorsi ci ha dato una pausa. In questi giorni non
sta piovendo, grazie a Dio, perché se avesse continuato a piovere con l’intensità
dei giorni precedenti la situazione sarebbe molto più complicata ", ha aggiunto il
sacerdote. Padre Futy avverte però che “la pioggia intensa può riprendere in qualsiasi
momento, ma il problema principale è che non tutti hanno un riparo. Le tende disponibili
non sono sufficienti per tutte le famiglie che sono qui rifugiate”. La Commissione
episcopale per la Pastorale delle Migrazioni, della Giustizia e della Pace, Caritas
Angola e il Jesuit Refugee Service, hanno pubblicato un comunicato, firmato da mons.
Zacarias Kamwenho, presidente della Commissione episcopale per l'immigrazione, la
Giustizia e la Pace, arcivescovo emerito di Luanda, nel quale si deplorano “gli eventi
che hanno coinvolto gli immigrati nella Repubblica Democratica del Congo e in Angola”.
“La violenza non risolve alcun problema. Non lasciamoci trascinare da odio, dalla
vendetta, dalla discriminazione, ma piuttosto dai sentimenti di fratellanza e di solidarietà
che costruiscono la famiglia, la società, la Chiesa. “Chiediamo, inoltre, a tutti
i cittadini di non usare la violenza contro gli stranieri e i congolesi che vivono
e lavorano nel nostro Paese e di essere solidali con i fratelli costretti a tornare
nel Paese. Chiediamo ai media di contribuire a mantenere un clima di pace e di riconciliazione,
e anche quando mostrano la verità, di utilizzare un linguaggio che eviti pregiudizi.
Esprimiamo la nostra fiducia nel governo e lo incoraggiamo a proseguire nei suoi sforzi
verso il dialogo e la ricerca di una soluzione pacifica per tutti”. (R.P.)