2009-11-04 15:34:46

Mons. Migliore: ancora in alto mare la questione dei rifugiati palestinesi


La comunità internazionale si impegni concretamente a risolvere il conflitto israelo-palestinese: è l’appello rivolto ieri da mons. Celestino Migliore al Palazzo di Vetro, in occasione del 60.mo anniversario dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Parlando del Muro di sicurezza israeliano, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, ha ribadito che deve essere garantita la libertà di movimento ai fedeli di tutte le religioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Sessant’anni fa, ha esordito mons. Migliore, le Nazioni Unite diedero vita ad un’Agenzia temporanea per i rifugiati palestinesi. Il fatto che questo organismo esista ancora oggi, ha affermato con amarezza, dimostra che il problema non è stato affatto risolto. Ha così rivolto un vibrante appello alla comunità internazionale affinché “faciliti i negoziati tra le parti in conflitto”. D’altro canto, ha detto il presule, “risolvere il conflitto israelo-palestinese” è fondamentale per “risolvere tante situazioni che producono il caos nella regione del Medio Oriente” e che hanno “serie implicazioni a livello mondiale”. Purtroppo, ha constatato, c’è un “fallimento” da entrambe le parti ad “impegnarsi in un dialogo sostanziale” che porti pace e stabilità nella Terra Santa. Per questo, ha aggiunto, è necessario che la comunità internazionale continui nei suoi sforzi per raggiungere un riavvicinamento delle parti in conflitto. Ed ha auspicato che i negoziatori siano equilibrati “evitando di imporre precondizioni”.

 
La delegazione della Santa Sede, ha detto ancora, sottolinea che “una soluzione duratura deve includere lo status della Città Santa di Gerusalemme”. Inoltre, ha aggiunto, alla luce dei numerosi incidenti e violenze come anche delle difficoltà di libero movimento create dal Muro di sicurezza israeliano, la Santa Sede rinnova il suo sostegno ad un “accesso libero e senza ostacoli” ai Luoghi Santi da parte dei fedeli “di tutte le religioni e nazionalità”. Solo con una pace giusta e duratura, ha concluso mons. Migliore, “non imposta ma sicura, attraverso un negoziato e un compromesso ragionevole”, potranno essere soddisfatte le legittime aspirazioni di tutti i popoli della Terra Santa.

 
Sempre ieri, durante la 64.ma sessione dell'Assemblea generale dell'Onu, mons. Migliore è intervenuto sulla questione ormai "fondamentale" delle fonti di energia, rinnovabili e non rinnovabili. E’ necessaria - ha detto - “l’identificazione di una strategia” in grado rispondere alle priorità nel breve e lungo termine, garantendo la sicurezza e tutelando l’ambiente. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Per affrontare i problemi legati al cambiamento climatico – spiega l’arcivescovo Celestino Migliore - si deve avviare una “transizione” verso un’economia più efficiente che porti “ad un minor consumo e uso di combustibili fossili”. La promozione di nuove e rinnovabili fonti di energia, oltre ad essere centrale in questa strategia, è di grande importanza per garantire “uno sviluppo a lungo termine” che può essere sostenuto anche in diverse aree del pianeta. Sono tre gli aspetti rilevanti indicati dall’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite.

 
In primo luogo – aggiunge mons. Celestino Migliore – “i progressi nel campo delle energie rinnovabili sono estremamente importanti per l’eliminazione della povertà”. La cooperazione energetica dovrebbe essere regolata da strumenti economici e fiscali. L’accesso alle fonti rinnovabili è essenziale per consentire ai Paesi in via di sviluppo di soddisfare la loro crescente domanda di energia. L'accesso alle fonti energetiche – prosegue mons. Celestino Migliore - ha un profondo e positivo impatto sulla salute, l'istruzione, l'alimentazione e le opportunità di reddito. Migliorare l'accesso alle fonti di energia richiede infrastrutture migliori, garantite da adeguati riferimenti giuridici e istituzionali.

 
Un secondo rilevante aspetto riguarda i costi ambientali e umani. E’ prioritaria per il presule l’individuazione di fonti energetiche “affidabili, economicamente sostenibili, socialmente accettabili e compatibili con l'ambiente”. Lo sfruttamento dell'ambiente può fornire a breve termine un incremento economico ma tale crescita – fa notare il presule - ha un alto prezzo. I costi di oggi riguardano soprattutto i Paesi in via di sviluppo, i poveri e coloro che non hanno la capacità di proteggersi dalle problematiche legate al cambiamento climatico. Il settore delle energie rinnovabili rappresenta una sfida e un'opportunità per i governi, la società civile e le organizzazioni internazionali, a lavorare insieme. Le iniziative comuni che riguardano le energie rinnovabili dovrebbe essere basate sulla "giustizia intergenerazionale".

 
L’arcivescovo Celestino Migliore sottolinea infine che per il successo dei programmi di energia rinnovabile, sono fondamentali campagne di formazione e sensibilizzazione. La società civile e le organizzazioni religiose possono offrire un importante contributo per promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili. E’ necessaria una “cooperazione multidimensionale”, che ponga una responsabile gestione umana della terra al centro degli sforzi internazionali, nazionali e individuali.







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