Mons. Migliore all’Onu: la comunità internazionale aiuti israeliani e palestinesi
a trovare la via di una pace giusta e duratura
La comunità internazionale si impegni concretamente a risolvere il conflitto israelo-palestinese:
è l’appello rivolto ieri da mons. Celestino Migliore al Palazzo di Vetro, in occasione
del 60.mo anniversario dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa).
Parlando del Muro di sicurezza israeliano, l’osservatore permanente della Santa Sede
presso l’Onu, ha ribadito che deve essere garantita la libertà di movimento ai fedeli
di tutte le religioni. Il servizio di Alessandro Gisotti: Sessant’anni
fa, ha esordito mons. Migliore, le Nazioni Unite diedero vita ad un’Agenzia temporanea
per i rifugiati palestinesi. Il fatto che questo organismo esista ancora oggi, ha
affermato con amarezza, dimostra che il problema non è stato affatto risolto. Ha così
rivolto un vibrante appello alla comunità internazionale affinché “faciliti i negoziati
tra le parti in conflitto”. D’altro canto, ha detto il presule, “risolvere il conflitto
israelo-palestinese” è fondamentale per “risolvere tante situazioni che producono
il caos nella regione del Medio Oriente” e che hanno “serie implicazioni a livello
mondiale”. Purtroppo, ha constatato, c’è un “fallimento” da entrambe le parti ad “impegnarsi
in un dialogo sostanziale” che porti pace e stabilità nella Terra Santa. Per questo,
ha aggiunto, è necessario che la comunità internazionale continui nei suoi sforzi
per raggiungere un riavvicinamento delle parti in conflitto. Ed ha auspicato che i
negoziatori siano equilibrati “evitando di imporre precondizioni”. La
delegazione della Santa Sede, ha detto ancora, sottolinea che “una soluzione duratura
deve includere lo status della Città Santa di Gerusalemme”. Inoltre, ha aggiunto,
alla luce dei numerosi incidenti e violenze come anche delle difficoltà di libero
movimento create dal Muro di sicurezza israeliano, la Santa Sede rinnova il suo sostegno
ad un “accesso libero e senza ostacoli” ai Luoghi Santi da parte dei fedeli “di tutte
le religioni e nazionalità”. Solo con una pace giusta e duratura, ha concluso mons.
Migliore, “non imposta ma sicura, attraverso un negoziato e un compromesso ragionevole”,
potranno essere soddisfatte le legittime aspirazioni di tutti i popoli della Terra
Santa.