L’arcivescovo di New York: i pregiudizi sulla Chiesa sono un passatempo nazionale
L’anticattolicesimo è diventato “un nuovo passatempo nazionale”. E’ quanto si legge
in un articolo dell’arcivescovo di New York, mons. Timothy Dolan, non pubblicato dal
quotidiano statunitense “New York Times”. Nell’articolo, intitolato “Anticattolicesimo”,
il presule riporta alcuni esempi: lo scorso 14 ottobre il quotidiano americano ha
denunciato 40 casi di abusi sessuali di bambini avvenuti in una piccola comunità ebraica
di Brooklyn. Dall’articolo del quotidiano “New York Times” non emerge, secondo il
presule, lo stesso atteggiamento assunto in passato nei confronti della Chiesa Cattolica.
Mons. Timothy Dolan sottolinea di non avere né l’intenzione né il diritto di criticare
la comunità ebraica, ma denuncia “questo tipo di indignazione selettiva”. Un altro
caso si riferisce al 16 ottobre, quando il quotidiano statunitense ha pubblicato in
prima pagina un articolo sul caso di una sacerdote che 25 anni fa ha avuto una relazione
consensuale con una donna dalla quale è nato un figlio. “Nessun chierico di religione
diversa da quella cattolica – fa notare l’arcivescovo di New York – ha mai meritato
tanta attenzione”. Il 21 ottobre - prosegue mons. Timothy Dolan nell’articolo che
ha pubblicato sul suo blog - il quotidiano statunitense ha dedicato ampio spazio alla
decisione della Santa Sede di accogliere gli anglicani che hanno chiesto l’unione
con la Chiesa di Roma. La decisione, duramente attaccata dal “New York Times”, è stata
definita una forma di proselitismo promossa in un momento difficile per la comunità
anglicana. L’arcivescovo – rende noto l’agenzia Zenit - ricorda infine un articolo
del 25 ottobre nel quale, tra l’altro, si accusa la Chiesa per la sua posizione sui
preservativi. Dopo aver riconosciuto che questi casi, “purtroppo”, non si limitano
al New York Times, mons. Timothy Dolan afferma che “la Chiesa non è al di sopra delle
critiche”. “Noi cattolici – conclude – accogliamo le critiche e ce le aspettiamo.
L’unica cosa che chiediamo è che siano giuste, razionali e idonee”. (A.L.)