L'Africa ritorna ai negoziati sul clima ma chiede più impegno dall'Occidente
In seguito all’impegno dei Paesi ricchi di ridurre almeno del 40% le emissioni di
gas a effetto serra, i Paesi africani hanno ripreso la loro partecipazione agli incontri
negoziali in corso a Barcellona per la stesura di un accordo globale sui cambiamenti
climatici. I 53 paesi dell’Africa, appoggiati nella loro richiesta da altri 70 Paesi
in via di sviluppo tra i quali Bolivia e Venezuela, hanno boicottato gli incontri
in programma ieri, accusando i delegati di voler discutere soltanto le proposte dei
paesi industrializzati, giudicate troppo timide per far fronte agli effetti negativi
dei cambiamenti climatici. Con il boicottaggio dei negoziati attuato ieri - riferisce
l'agenzia Misna - per la prima volta i Paesi africani hanno portato avanti un’azione
coordinata in una sede internazionale ad alto livello, dopo aver stabilito una posizione
comune del continente per la stesura dell’accordo che sostituirà il Protocollo di
Kyoto. “La posizione che abbiamo preso – ha detto il capo-delegazione del Gambia,
Pa Ousman Jarju – non vuole in nessun modo bloccare il progresso dei negoziati, ma
piuttosto mostrare che abbiamo obiettivi ambiziosi per un accordo che sia soprattutto
equo”. La sessione negoziale in corso fino a venerdì a Barcellona è l’ultima opportunità
per raggiungere un’intesa sull’accordo che dovrà essere firmato alla conferenza internazionale
prevista a Copenhagen tra il 7 e il 18 Dicembre. (R.P.)