2009-11-02 14:21:58

Rapporto Naga: immigrati irregolari più occupati degli italiani


Tassi di occupazione elevati, alta scolarità, bassi salari e condizioni abitative in sovraffollamento. E’ il ritratto dell’immigrazione irregolare tracciato dal rapporto 2009 di Naga, Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria, per i Diritti di Stranieri e Nomadi. Lo studio realizzato a Milano, di fatto rappresenta una delle più grandi banche dati sulla condizione dell’immigrazione irregolare in Italia, si riferisce al periodo 2000 - 2008, e prende in esame un campione di oltre 47500 utenti. Massimiliano Menichetti ha intervistato il presidente di Naga, Pietro Massarotto.RealAudioMP3

R. – Il dato più significativo è quello relativo alla capacità lavorativa e quindi alla percentuale degli occupati dei cittadini irregolari, che è del 76 per cento, superiore a quella nazionale italiana, che è del 59 per cento, ed è superiore anche a quella lombarda che è del 71 per cento. Quindi, come dire, sfata l’immagine del clandestino, chiamiamolo proprio così, che non lavora e viene in Italia solo per delinquere. E questo è il primo dato. Il secondo dato è che la percentuale di scolarizzazione dei cittadini stranieri irregolari è assolutamente analoga a quella dei cittadini italiani in generale.

 
D. – Queste persone lavorano nel tessuto italiano. Dall’altra parte, però, l’Italia li vede in una posizione irregolare. Come si concilia questo aspetto?

 
R. – Si concilia con il fatto che l’Italia, comunque, ha una quota di sommerso, cioè di lavoro nero che, nelle varie stime, viene considerata almeno di un terzo. E quella è la collocazione principale dove possono trovare sbocco.

 
D. – Però, a quel punto, lavorando in nero non hanno nessun tipo di tutela...

 
R. – Le tutele sindacali ovviamente sono molto più difficili da azionare e, in qualche caso, anche impossibili. Poi, con l’ultimo pacchetto sicurezza, entrato in vigore in agosto, l’immigrato irregolare commette un reato con il solo fatto di non avere il permesso di soggiorno. Quindi, il dato è che abbiamo un imbuto che inghiotte in un percorso irregolare i cittadini che sono irregolari.

 
D. – Da dove vengono queste persone? Chi viene in Italia?

 
R. – Tipicamente dal Sud America, principalmente Ecuador e Bolivia; da Egitto e Marocco; dall’Africa subsahariana; dalle Filippine e in generale dall’Asia. Poi c’è, ovviamente, tutto l’Est europeo.

 
D. – E sono le stesse persone che vediamo a bordo delle carrette del mare, che attraversano i deserti o che pagano ingenti somme per poi arrivare in Italia e trovare una speranza...

 
R. – Sì, percorsi diversi, non sempre via mare: qualche volta via terra, qualche volta sui camion, qualche volta sui cargo. Fanno percorsi difficili quelli che non hanno un visto d’ingresso di carattere turistico, che comunque sono molti.

 
D. – Senta, si viene in Italia per stare meglio. Poi, alla fine, è così?

 
R. – E’ così per chi riesce a regolarizzarsi attraverso una sanatoria e quindi poi diventa regolare. Per chi invece è condannato all’irregolarità, rimanere nel sommerso è difficile, non sempre il percorso è positivo.







All the contents on this site are copyrighted ©.