2009-11-02 15:27:46

Pakistan: oltre 30 morti per un attentato a Rawalpindi


È di almeno 34 morti e 50 feriti il bilancio dell'attentato suicida compiuto stamani a Rawalpindi, la città satellite di Islamabad, sede del quartier generale dell'esercito pachistano. Alcuni dei feriti sono in gravi condizioni. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

È successo a Mall Road, nei pressi di alberghi, banche, uffici, nella centralissima zona di Rawalpindi Cantonment, dove ci sono alcuni uffici e abitazioni di ufficiali dell'esercito. L'attentatore si è fatto esplodere vicino a una fila di persone che aspettavano fuori da una banca di ricevere stipendi e pensioni. L'intera città, così come Islamabad, è stata posta in stato di allerta. Non c'è ancora stata nessuna rivendicazione, ma la polizia punta il dito contro i talebani, in particolare quelli del Therik-e-Taliban Pakistan (Ttp), il gruppo che si è reso responsabile di numerosi attentati che in un mese hanno fatto 200 morti. Il governo stamattina aveva annunciato una taglia di 5 milioni di dollari sulla testa di Hakemullah Mehsud, capo del Ttp, e di altri 18 capi talebani, che operano in Sud Waziristan, il distretto tribale ai confini con l'Afghanistan oggetto da tre settimane dell'offensiva dell'esercito. Il governo ha condannato l'attentato di oggi, confermando poi che l’offensiva antitalebana non si fermerà. Per ragioni di sicurezza, le Nazioni Unite, annunciano di sospendere alcuni progetti di cooperazione a lungo termine in corso proprio nella Provincia Frontaliera di Nord Ovest (Nwfp).
 
Iraq - violenze
Il numero di iracheni uccisi o feriti, nel mese di ottobre, è praticamente raddoppiato rispetto al mese precedente. In particolare, ottobre registra in Iraq almeno 410 morti rispetto ai poco più di 200 di settembre. Le vittime, secondo le stime del Ministero degli interni e della difesa iracheno, sono 343 civili - circa la metà dei quali morti negli attacchi del 25 ottobre contro il Ministero della giustizia e il governatorato di Baghdad - 42 poliziotti e 25 militari; 1500 circa i feriti. A settembre, gli iracheni uccisi erano stati 203 (125 i civili, la cifra più bassa dall'invasione Usa del 2003) e i feriti 711. Mese record per le violenze nel Paese resta, per quanto riguarda il 2009, agosto, con 456 morti. Quasi 100mila civili iracheni sono morti dalla destituzione di Saddam Hussein oltre sei anni fa, secondo il conteggio fatto dal sito www.iraqbodycount.org. A ottobre, sono stati uccisi anche otto soldati americani. In totale, dall'invasione del 2003 sono 4355 i soldati americani morti in Iraq. Nonostante, il livello di violenza sia sceso in Iraq da quando Washington ha inviato nuove truppe, i ribelli e i militanti provocano ancora attentati, che gli osservatori temono possano aumentare in vista delle elezioni legislative nazionali del prossimo gennaio. Le truppe statunitensi hanno programmato un progressivo ritiro dalla zona che dovrebbe completarsi nel 2011.

Medio Oriente
Il segretario generale della Lega araba, Amr Mussa, si è detto “profondamente deluso” dalla posizione occidentale sulla ripresa del processo di pace in Medio Oriente e di sentire che “il fallimento è nell'aria”. “Vi dico - ha detto Amr Mussa a margine di una conferenza a Marrakesh - che tutti noi, compresi Arabia Saudita, Egitto, siamo profondamente delusi dai risultati per il fatto che Israele può fare quello che vuole, senza una ferma posizione che dica che non si può fare cosi”'. Intanto, la polizia israeliana ha annunciato oggi l'arresto di Jack Teitel, 37 anni, un colono estremista accusato di avere ucciso due palestinesi e di avere commesso una serie di attentati dinamitardi contro diversi obbiettivi. L'uomo, che viveva con moglie e figli nell'insediamento ebraico di Shvot Rahel, in Cisgiordania, è in carcere dal mese scorso in attesa di giudizio. Quando lo hanno arrestato stava affiggendo alcuni manifesti contro omosessuali e lesbiche. Rahel, un esperto di informatica di origini americane, ha ammesso di avere ucciso un tassista di Gerusalemme est e un pastore di Hebron, in Cisgiordania, per vendicare gli attentati suicidi commessi dai palestinesi in Israele. Le autorità lo accusano anche di alcuni attentati. Due anni e mezzo fa avrebbe fatto esplodere una bomba nei pressi di un convento a ovest di Gerusalemme provocando un ferito. Il 24 settembre 2008, inoltre, avrebbe collocato un ordigno esplosivo davanti alla casa di Gerusalemme di un noto professore universitario di storia, Zeev Sternhell, solo perchè conosciuto come un intellettuale di sinistra.

Nucleare iraniano
Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha detto di sperare che l'Iran accetterà le proposte della comunità internazionale per l'arricchimento dell'uranio in Paesi terzi, auspicando al tempo stesso una rapida convocazione di una nuova riunione del gruppo dei sei Paesi incaricati di gestire il dossier nucleare di Teheran. Lavrov si è pronunciato in una conferenza stampa congiunta oggi a Mosca con il collega britannico David Miliband, che da parte sua ha chiesto una rapida risposta da parte di Teheran. Dall'Iran è giunta oggi solo la dichiarazione del ministro degli Esteri Mottaki, secondo il quale l’Iran vuole che l'Aiea istituisca un comitato che riveda l'accordo preparato dall'Onu per ridurre le tensioni internazionali sulle attività nucleari di Teheran. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, durante un incontro di ministri degli Esteri di vari Paesi nella capitale della Malesia, Kuala Lumpur.

Regno Unito - Russia
Il ministro degli Esteri, David Miliband, primo capo della diplomazia britannica a visitare Mosca negli ultimi cinque anni, ha in programma una seconda tornata di colloqui con il collega russo Serghei Lavrov. L’obiettivo principale è il rilancio delle relazioni tra i due Paesi, dopo un periodo di rapporti difficili, dovuti anche alla vicenda della scomparsa dell'ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko, rifugiatosi nel 2006 in Gran Bretagna. Della sua morte, in seguito ad avvelenamento da Polonio 210, è stato accusato Andrei Lugovoi, anch’egli ex agente dei servizi segreti sovietici. Attualmente Lugovoi, a cui è stata negata l’estradizione nel Regno Unito, è deputato del Partito liberaldemocratico dell'ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky, e come tale è coperto da immunità parlamentare. La Costituzione russa peraltro vieta l'estradizione dei cittadini, accusati di reati commessi all'estero. Nei colloqui di Miliband, secondo l'ambasciata britannica a Mosca, si parlerà anche di Afghanistan e di Iran.

Russia - Ucraina
“L'Ucraina potrebbe avere di nuovo problemi a pagare le forniture di gas russo”, lo ha detto il primo ministro, Vladimir Putin, al presidente di turno dell'Unione Europea, Fredrik Reinfeldt. In riferimento a questi problemi, Putin ha rivolto la sua accusa non solo a Viktor Yushchenko, sostenitore dell'integrazione dell'Ucraina nella Nato, ma ha anche accusato l'Unione Europea di non aver erogato a Kiev i finanziamenti promessi. Nel gennaio del 2009, Gazprom, la più grande compagnia russa ed il maggiore estrattore al mondo, bloccò le forniture di gas all’Ucraina e la disputa commerciale impedì per due settimane il transito verso l’Europa. Con una regolarità sorprendente, la disputa sul gas tra Russia e Ucraina viene in realtà riavviata ogni inverno, dopo la rivoluzione arancione nel 2004. "Sembra che potremmo ancora avere problemi con i pagamenti energetici", ha ripetuto Putin dopo una telefonata con il primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko, principale avversario politico di Yushchenko e sua rivale nelle elezioni presidenziali del 17 gennaio.

Russia - aggressioni gruppi estremisti
Almeno 64 persone sono morte quest'anno in Russia in conseguenza di attacchi e aggressioni da parte di gruppi estremisti e nazionalisti. La notizia è stata data dall'agenzia russa Interfax, che riporta quanto detto oggi da Aleksandr Brod, membro dell'Ufficio di Mosca per i diritti umani, organizzazione che si occupa dei casi di odio interrazziale. “Da gennaio ad ottobre di quest'anno abbiamo registrato 199 casi di attacchi da parte dei nazionalisti e 64 morti a causa loro, in un contesto in cui non meno di 262 persone sono state vittime dell'odio etnico”, ha detto Brod nel corso di una conferenza stampa. Secondo l'attivista le cifre sono destinate a crescere il prossimo anno. Casi di questo tipo non sono isolati in Russia, dove “l'attività, la brutalità e l'aggressività dei gruppi nazionalisti è sempre più alta”.

Pirati - Golfo di Aden
Una unità della marina militare norvegese che stava controllando alcuni pescherecci al largo della Somalia è stata oggi attaccata a colpi di armi da fuoco da un gruppo di pirati. Lo ha reso noto a Bruxelles, John Harbour, uno dei responsabili della Forza anti-pirateria europea che opera nel Golfo di Aden. L'attacco non ha provocato feriti tra l'equipaggio della nave, la 'Fridjof Nansen', ma, secondo fonti locali, nella sparatoria due persone, un somalo e uno yemenita, sono rimaste uccise. Secondo Harbour, i pescherecci controllati avevano a bordo fucili mitragliatori e kalashnikov e gli uomini dell'equipaggio non si occupavano propriamente di pesce. I marinai norvegesi avevano ultimato il controllo di tre imbarcazioni. La battaglia si è scatenata quando stavano avvicinandosi alla quarta imbarcazione. Dopo lo scontro, la nave norvegese ha ripreso il suo servizio di scorta a un mercantile del Pam, il programma alimentare delle Nazioni Unite.

Corea del Nord - Stati Uniti
La Corea del Nord si è detta pronta a riprendere i negoziati, sul proprio programma nucleare, che la stessa aveva boicottato per oltre un anno. Il governo nordcoreano ha posto come condizione fondamentale un confronto bilaterale preliminare con gli Stati Uniti. Washington ha detto di essere disposta ad accettare l'invito, ma al solo scopo di persuadere Pyongyang a riprendere i negoziati a sei. "La conclusione che abbiamo raggiunto - ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano - è che Nord Corea e Stati Uniti devono prima sedere e trovare una soluzione razionale". Lo stesso portavoce avverte che, qualora Washington dovesse rifiutare il dialogo, la Corea del Nord "seguirebbe la propria strada". Oltre a Pyongyang, queste trattative, coinvolgono dal 2003 anche la Corea del Sud, gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Russia.

Arabia Saudita - diritti umani
Una campagna nazionale che educhi alla cultura dei diritti umani attraverso istruzione, formazione ed informazione verrà inaugurata in Arabia Saudita con il benestare di re Abdullah bin Abdulaziz al Saud. Lo riferisce il quotidiano "Arab News". Il regno petrolifero, più volte finito nel mirino delle associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani per la condizione femminile e per le pene capitali eseguite, si fa promotore di un progetto che, attraverso la Commissione dei diritti umani ed in sinergia con i Ministeri dell'informazione e dell'istruzione, organizzerà corsi per organismi governativi e non, che operano nel settore, e per quanti siano interessati alla materia. Cercherà inoltre di sensibilizzare la popolazione dando pubblicità alle leggi del settore e le procedure legali a protezione della persona, pubblicando una specifica rivista ed introducendo la materia nei programmi scolastici. Il gesto del sovrano indica un'ulteriore apertura verso un clima di riforme cautamente coltivato - a febbraio aveva nominato la prima vice ministro donna del regno - tra le aspre critiche delle fasce più conservatrici. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 306
 
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