Malaysia: sequestrate 15 mila bibbie per una controversia sul nome “Allah”
Oltre 15 mila bibbie sono state sequestrate dalla polizia malaysiana e non potranno
raggiungere le chiese e le case dei fedeli. Sconcerto e stupore nella comunità cristiana.
Le autorità - riferisce l'agenzia Fides - hanno confiscato le bibbie, stampate e provenienti
dall’Indonesia, perché nella traduzione del testo esse contengono il termine “Allah”
per riferirsi a Dio. Le bibbie erano destinate ai fedeli nella regione malaysiana
di Sarawak e sono in lingua indonesiana, che è molto simile a quella malese. In entrambe
la parola Dio viene tradotta con “Allah”. Su questa attribuzione esiste un conflitto
fra il governo e le comunità cattoliche che, dopo diverse intimazioni, autorizzazioni
e dietro-front, è approdato alle aule dei tribunali. I giudici malaysiani infatti
dovranno decidere se è lecito per i cristiani utilizzare nelle loro pubblicazioni
il termine “Allah” per indicare Dio. Gruppi musulmani sostengono che l’uso della parola
“Allah” è appannaggio esclusivo dei musulmani e può riferirsi soltanto alla religione
islamica; i cattolici ribattono che, in lingua malese, esiste solo il termine “Allah”
per riferirsi a Dio. La Chiesa locale, intanto, ha deciso di adire il tribunale affermando
che è incostituzionale applicare restrizioni linguistiche o di culto ai cristiani
che si esprimono in lingua malese. Su oltre 26 milioni di abitanti, i musulmani in
Malaysia sono il 47,7%, i cristiani l’8,3 dei quali 830 mila cattolici, accanto a
induisti, a buddisti, e a fedeli di culti tradizionali. (A.M.)