India: condannati due medici che praticavano l'aborto selettivo
Un tribunale municipale di Mumbai ha condannato a tre anni di carcere due medici che
praticavano diagnosi prenatali per scegliere “un figlio maschio”. Il magistrato -
riferisce l'agenzia AsiaNews - ha ritenuto colpevoli i due imputati di quattro violazione
del Pre-Conception and Pre-Natal Diagnostic Techniques Act (Pndt) del 2003 che proibisce
la selezione dei nascituri a partire dal sesso. I due condannati, nel novembre 2004
avevano pubblicato su un settimanale un annuncio pubblicitario in cui offrivano uno
speciale trattamento per le coppie che “vogliono un figlio maschio”. Oltre ai tre
anni di detenzione il tribunale ha comminato il pagamento di una multa di 30mila rupie
ciascuno (circa 430 euro), il massimo della pena prevista dal Pndt. In India sono
rari i casi di detenzione comminata per violazione del Pndt, ma il magistrato ha motivato
la sentenza affermando che “quando due persone stimate commettono reati non solo abominevoli,
ma anche contro l’esistenza della società, non possono essere trattate con clemenza”.
I due condannati, ha detto il magistrato, “con la loro azione incoraggiano la determinazione
del sesso femminile del feto per prevenire certe gravidanze”. Negli ultimi 20 anni
l’India ha registrato almeno 10 milioni di aborti selettivi di feti femminili. Essi
vanno ad aggiungersi agli 11 milioni di aborti che ogni anno vengono effettuati nel
Paese dove dal 1971 esiste una legge che permette l’interruzione di gravidanza. L’India
infatti è uno degli Stati più permissivi in materia e l’aborto viene pubblicizzato
come il miglior metodo per il controllo delle nascite e per garantire un maggior sviluppo
economico delle famiglie. (R.P.)