Il cardinale Scherer: “L'evangelizzazione 'generica' non è sufficiente”
“Al giorno d'oggi constatiamo purtroppo che la maggioranza dei cattolici è stata battezzata,
ma non evangelizzata”: è quanto ha affermato il cardinale brasiliano Odilo Scherer,
arcivescovo di San Paolo, in un articolo pubblicato sulla rivista arcidiocesana “O
São Paulo” e ripreso da Zenit. A suo avviso, “battezzare e poi lasciare il cristiano
a un'evangelizzazione 'generica' è insufficiente”. “E' come seminare un campo e poi
abbandonarlo a se stesso; non permette di aspettarsi molti frutti; è anche come piantare
un giardino e non curarlo: ci si possono aspettare fiori belli e abbondanti?”. Il
cardinale Scherer ha ricordato che il Battesimo “è una grazia di Dio, e la fede un
dono dello Spirito Santo”. “Bisogna imparare a vivere la fede cristiana e questo rappresenta
un processo continuo, che si estende a tutte le tappe della vita. Ha bisogno di imparare
ad essere cristiano il bambino come la persona adulta o l'anziano”. “Oggi più che
di evangelizzare catecumeni abbiamo bisogno di iniziare a evangelizzare la maggior
parte di coloro che sono già battezzati”, riconosce il porporato. L'iniziazione alla
vita cristiana “inizia con l'annuncio kerigmatico, mediante il quale la persona è
condotta all'incontro con Gesù Cristo e posta davanti al nucleo centrale della fede
cristiana: Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, è il nostro Salvatore. Morto in
croce per amor nostro, è risuscitato dai morti e siede alla destra di Dio Padre, da
dove sarà nostro giudice”. “Attraverso di Lui otteniamo la redenzione e il perdono
dei peccati. Per ogni essere umano in questo mondo, Egli è la via, la verità e la
vita. Il kerigma, annunciato e testimoniato con fede, suscita la fede in quanti lo
ricevono, per azione dello Spirito Santo”, scrive l’arcivescovo. In seguito bisogna
seguire l'iniziazione alla vita cristiana, “imparando a relazionarsi con Dio nella
preghiera cristiana, a conoscere le verità della fede cristiana professate nel Credo
e spiegate dalla Chiesa nel Catechismo”. Allo stesso modo, bisogna imparare “ad ascoltare
e ad accogliere la Parola di Dio, con la comunità di fede, la Chiesa. L'iniziazione
alla vita cristiana non può smettere di porre il fedele davanti alle implicazioni
morali che derivano dalla sequela di Gesù e dall'appartenenza alla Chiesa”. Secondo
il cardinale Scherer, questa iniziazione “porta anche il fedele a 'imparare' l'atteggiamento
proprio della vita cristiana, la mistica cristiana”. “In questo modo, il cristiano
è per tutta la vita 'alla scuola del Vangelo' e impara a essere fedele a Gesù, seguendolo
nel suo cammino; anche alla fine della vita, davanti alla morte, perché c'è anche
un atteggiamento cristiano di vivere la malattia e di morire...”. “La formazione del
cristiano adulto nella fede è la nostra missione e il nostro compito, e quello della
Chiesa: chi è già discepolo di Cristo aiuta gli altri a essere discepoli a loro volta”,
ha concluso. (V.V.)