Il cardinale Bagnasco: l'economia operi per il bene integrale della
persona
“Rendere le dinamiche di impresa e d’industria sempre di più eticamente valide non
è qualcosa che è bene soltanto sul piano morale, ma è attitudine che si riflette in
termini estremamente positivi sull’impresa stessa, sulla società sul mercato”. Sono
queste le parole del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente
della Conferenza episcopale italiana, durante il suo intervento di ieri alle Giornate
“Cardinale Giuseppe Siri” promosse nel capoluogo ligure dall’Ucid (Unione cristiana
imprenditori e dirigenti) e dal Centro costituito nel 2008 nel nome dell’indimenticata
guida dell'arcidiocesi genovese. Le Giornate hanno affrontato il tema dell’etica d’impresa
alla luce dell’Enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI. Agli operatori cristiani
impegnati sul fronte del lavoro e la promozione del benessere, il cardinale Bagnasco
ha parlato da vescovo che “vuole umilmente seminare speranza”, poiché la morsa della
crisi impone di non soffocare il germe della speranza che alberga nel cuore delle
donne e degli uomini che invocano un futuro migliore e confidano in una ripresa dell’economia
mondiale. Di fronte a queste attese l’economia è dunque chiamata a scoprire e perseguire
i suoi fini propri, i suoi obiettivi specifici “ponendosi in un orizzonte che privilegi
la realtà dell’uomo nella sua interezza”. Fine ultimo dell’attività economica – ha
spiegato il cardinale – deve essere dunque “la persona e il suo bene integrale”, mentre
il criterio operativo che anima l’imprenditore sarà quello dello sviluppo vero dell’uomo
nella sua dignità. (V. V.)