Francesco Rutelli lascia il Partito Democratico, del quale è stato uno dei fondatori.
La decisione, maturata da tempo, è stata ufficializzata a seguito delle primarie che
hanno eletto segretario del Pd Pier Luigi Bersani . In una intervista al Corriere
della Sera, Rutelli definisce l’Udc di Casini interlocutore essenziale per il nuovo
partito di centro. Il servizio di Giampiero Guadagni: Quali fossero
le sue intenzioni, Rutelli lo aveva scritto nel libro appena pubblicato dal significativo
titolo “La svolta”. Oggi l’annuncio definitivo: “Lascio il Pd subito, con grande dolore”.
Del Pd Rutelli è stato uno dei fondatori, avendo sciolto la Margherita di cui era
leader. Ma il Pd che sognavamo, spiega, non è mai nato. Doveva essere un partito nuovo
e invece è un ceppo del Pds; doveva riconquistare il centro della società italiana
e invece approda nel socialismo europeo. Scelte legittime ma nelle quali non mi riconosco,
aggiunge Rutelli. Che guarda ora a Casini. Lo definisce un interlocutore essenziale
con il quale unire le forze democratiche, liberali e popolari, sino a creare in alcuni
anni il primo partito italiano. Il percorso è lungo. Casini lavora alle prossime elezioni
politiche, in agenda tra tre anni e mezzo: insieme a Rutelli, afferma il leader Udc,
potremmo prendere 5 milioni di voti, vale a dire il 14%. Oggi, in un convegno a Roma,
la prima uscita pubblica comune. E comune è anche la volontà di contrapporsi a populismo
e xenofobia di destra; e a radicalismo e giustizialismo di sinistra. Con il Partito
democratico, Rutelli intende dunque collaborare ma da postazioni diverse. Fassino
esprime rammarico, convinto che nel Pd c’è spazio per le idee espresse da Rutelli.
E’ quanto gli ha inutilmente assicurato anche D’Alema in un incontro di qualche giorno
fa, nel quale i due ormai ex colleghi di partito hanno parlato anche della candidatura
alla guida della politica estera europea dello stesso D’Alema. Il quale sul punto
ieri ha manifestato gratitudine per l’appoggio annunciato dal governo Berlusconi,
ma oggi osserva: è una partita complicata che riguarda tutti i 27 Paesi membri, non
una questione che si risolva in Italia.