2009-10-31 12:12:35

Il Papa al nuovo ambasciatore bulgaro: i valori cristiani non sono un retaggio del passato ma costruiscono l'anima dell'Europa


La caduta del Muro di Berlino, che 20 anni fa permise alla Bulgaria di intraprendere un percorso democratico completato due anni fa dall’ingresso nell’Unione Europea, non deve far dimenticare che l’unità tra gli Stati del continente deve basarsi sui valori ereditati dal cristianesimo del rispetto dei diritti e della solidarietà. Lo ha ribadito questa mattina Benedetto XVI al nuovo ambasciatore bulgaro presso la Santa Sede, Nikola Kaludov, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle Lettere credenziali. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Diciotto anni, dallo smantellamento della Cortina di ferro simboleggiata dal Muro di Berlino, all’ingresso nelle istituzioni dell’Europa unita. Questo è il lasso di tempo che è servito alla Bulgaria post-comunista per scrivere la sua storia più recente. Benedetto XVI ha riconosciuto e apprezzato gli sforzi compiuti dallo Stato est europeo per arrivare all’integrazione comunitaria nel 2007. Ma, parallelamente, ha subito voluto ribadire che, “nel processo di costruzione europea”, ogni nazione non deve sacrificare “la propria identità culturale”, ma trovare al contrario modi perché tale identità “arricchisca l'intera comunità”. Nel caso della Bulgaria, c’è un antico retaggio cristiano da spendere per il presente e per il futuro, ha affermato con chiarezza il Papa davanti al neo ambasciatore 66.enne, Kaludov. Un tesoro di valori e convinzioni che deve spingere la Bulgaria come gli altri Paesi europei a “creare condizioni per una riuscita globalizzazione”, anche al di fuori dei confini continentali. “Perché essa possa essere vissuta positivamente - ha rilevato Benedetto XVI - è necessario che essa serva ‘tutto l'uomo e tutti gli uomini’. E’ questo principio che ho voluto fortemente sottolineare nella mia recente Enciclica Caritas in veritate. È essenziale che lo sviluppo legittimamente ricercato non sia solo economico, ma tenga conto di tutta la persona umana. La misura dell’uomo - ha ricordato il Papa - non risiede nei suoi averi, ma nello sviluppo del suo essere secondo le potenzialità che la natura nasconde”.
 
In questo senso, ha proseguito il Pontefice, perché lo sviluppo dell'uomo e della società risulti autentico, esso “deve necessariamente includere una dimensione spirituale” ed etica, che si traduce - ha asserito Benedetto XVI – nell’assunzione da parte di “tutti i funzionari pubblici” di un “grande impegno morale”, perché “gestiscano la parte di autorità loro affidata in modo efficace e disinteressato. La cultura cristiana che permea profondamente il vostro popolo - ha riaffermato il Papa al cospetto del diplomatico bulgaro - non è solo un tesoro del passato da preservare, ma garanzia per un futuro molto promettente in quanto protegge l’uomo dalle tentazioni che sempre minacciano di fargli dimenticare la propria grandezza e l'unità del genere umano e le esigenze di solidarietà che essa comporta”.

 
Ricordando all’inizio del suo discorso le “buone relazioni” esistenti tra la Bulgaria e la Santa Sede - alle quali contribuì in maniera determinante il viaggio apostolico di Papa Wojtyla nel 2002 - Benedetto XVI ha auspicato che le basi di questo rapporto siano rafforzate ed ampliate ed ha pure assicurato che la Chiesa bulgara “intende operare per il benessere di tutta la popolazione”, attraverso le sue strutture. Questo, ha soggiunto il Papa, nel segno di un dialogo tra le numerose espressioni religiose del Paese. “Tale dialogo, perché sia sincero e costruttivo, richiede - ha indicato - una conoscenza e una reciproca stima che il potere pubblico può facilitare notevolmente per il rispetto che esso reca alle stesse diverse famiglie spirituali”. Da parte sua, ha concluso Benedetto XVI, la “comunità cattolica esprime la volontà di essere aperta a tutti con generosità e di lavorare con tutti, (…) di impegnarsi con coraggio cooperando quanto più strettamente possibile con tutti i cittadini di buona volontà per testimoniare ad ogni livello la dignità che Dio ha inscritto nell'essere umano”.







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