Il Papa al nuovo ambasciatore bulgaro: i valori cristiani non sono un retaggio del
passato ma costruiscono l'anima dell'Europa
La caduta del Muro di Berlino, che 20 anni fa permise alla Bulgaria di intraprendere
un percorso democratico completato due anni fa dall’ingresso nell’Unione Europea,
non deve far dimenticare che l’unità tra gli Stati del continente deve basarsi sui
valori ereditati dal cristianesimo del rispetto dei diritti e della solidarietà. Lo
ha ribadito questa mattina Benedetto XVI al nuovo ambasciatore bulgaro presso la Santa
Sede, Nikola Kaludov, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle Lettere credenziali.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Diciotto
anni, dallo smantellamento della Cortina di ferro simboleggiata dal Muro di Berlino,
all’ingresso nelle istituzioni dell’Europa unita. Questo è il lasso di tempo che è
servito alla Bulgaria post-comunista per scrivere la sua storia più recente. Benedetto
XVI ha riconosciuto e apprezzato gli sforzi compiuti dallo Stato est europeo per arrivare
all’integrazione comunitaria nel 2007. Ma, parallelamente, ha subito voluto ribadire
che, “nel processo di costruzione europea”, ogni nazione non deve sacrificare “la
propria identità culturale”, ma trovare al contrario modi perché tale identità “arricchisca
l'intera comunità”. Nel caso della Bulgaria, c’è un antico retaggio cristiano da spendere
per il presente e per il futuro, ha affermato con chiarezza il Papa davanti al neo
ambasciatore 66.enne, Kaludov. Un tesoro di valori e convinzioni che deve spingere
la Bulgaria come gli altri Paesi europei a “creare condizioni per una riuscita
globalizzazione”, anche al di fuori dei confini continentali. “Perché essa possa essere
vissuta positivamente - ha rilevato Benedetto XVI - è necessario che essa serva ‘tutto
l'uomo e tutti gli uomini’. E’ questo principio che ho voluto fortemente sottolineare
nella mia recente Enciclica Caritas in veritate. È essenziale che lo sviluppo legittimamente
ricercato non sia solo economico, ma tenga conto di tutta la persona umana. La misura
dell’uomo - ha ricordato il Papa - non risiede nei suoi averi, ma nello sviluppo del
suo essere secondo le potenzialità che la natura nasconde”. In
questo senso, ha proseguito il Pontefice, perché lo sviluppo dell'uomo e della società
risulti autentico, esso “deve necessariamente includere una dimensione spirituale”
ed etica, che si traduce - ha asserito Benedetto XVI – nell’assunzione da parte di
“tutti i funzionari pubblici” di un “grande impegno morale”, perché “gestiscano la
parte di autorità loro affidata in modo efficace e disinteressato. La cultura cristiana
che permea profondamente il vostro popolo - ha riaffermato il Papa al cospetto del
diplomatico bulgaro - non è solo un tesoro del passato da preservare, ma garanzia
per un futuro molto promettente in quanto protegge l’uomo dalle tentazioni che sempre
minacciano di fargli dimenticare la propria grandezza e l'unità del genere umano e
le esigenze di solidarietà che essa comporta”.
Ricordando
all’inizio del suo discorso le “buone relazioni” esistenti tra la Bulgaria e la Santa
Sede - alle quali contribuì in maniera determinante il viaggio apostolico di Papa
Wojtyla nel 2002 - Benedetto XVI ha auspicato che le basi di questo rapporto siano
rafforzate ed ampliate ed ha pure assicurato che la Chiesa bulgara “intende operare
per il benessere di tutta la popolazione”, attraverso le sue strutture. Questo, ha
soggiunto il Papa, nel segno di un dialogo tra le numerose espressioni religiose del
Paese. “Tale dialogo, perché sia sincero e costruttivo, richiede - ha indicato - una
conoscenza e una reciproca stima che il potere pubblico può facilitare notevolmente
per il rispetto che esso reca alle stesse diverse famiglie spirituali”. Da parte sua,
ha concluso Benedetto XVI, la “comunità cattolica esprime la volontà di essere aperta
a tutti con generosità e di lavorare con tutti, (…) di impegnarsi con coraggio cooperando
quanto più strettamente possibile con tutti i cittadini di buona volontà per testimoniare
ad ogni livello la dignità che Dio ha inscritto nell'essere umano”.