2009-10-30 16:00:27

I vescovi Usa: i bambini meritano di essere procreati non "fatti"


“I bambini meritano di essere ‘procreati’, non fatti”. Lo scrivono i vescovi Usa in un documento che sarà discusso all’assemblea generale di Baltimora a novembre. L’agenzia Catholic News Service ha anticipato stralci di “Life-Giving Love in Age of Technology”, “L’amore che dà la vita nell’era della tecnologia”, 22 pagine nel solco di un documento pubblicato nel 2006, “Married Love and the Gift of Life”, “L’amore coniugale e il Dono della Vita”. La tecnoscienza non può sostituirsi all’atto d’amore dei genitori, mettono in chiaro i presuli. Le coppie che si trovano ad affrontare problemi imprevisti di infertilità – con il dolore che ne consegue – si trovano davanti diverse opzioni possibili per poter diventare genitori. Ma mentre alcune “rendono giustizia alla loro dignità come individui e come coppia e alla piena dignità umana dei loro figli aiutandoli nel loro atto matrimoniale genitoriale”, altre sono “moralmente inaccettabili” proprio perché cercano di sostituirlo. “La sfida – scrivono – è diagnosticare e affrontare questi problemi così che i corpi possano funzionare come dovrebbero, e in questo non c’è alcun problema morale, niente di più di quelli che ci sono con altri trattamenti medici che ristabiliscono la salute”. Sì quindi ai trattamenti ormonali, alla chirurgia riparativa, ai trattamenti per combattere l’infertilità maschile e a tutti i trattamenti ricostituenti, così come ovviamente alla pianificazione familiare basata su metodi naturali per massimizzare le probabilità di concepire. E la rivalutazione dell’adozione come opportunità di diventare genitori. Un rigoroso no, invece, alla donazione di gameti (ovuli e sperma) - da parte di “donatori” che spesso sono pagati per il loro servizio, quindi in realtà “venditori”-, alla maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”), l’inseminazione artificiale, la fecondazione in vitro e la clonazione umana. Nessun endorsement, invece, all’adozione di embrioni congelati, anche se rischiano la distruzione, viste “le serie questioni morali” che solleva. Per sanare la piaga degli embrioni abbandonati nei congelatori delle cliniche, invece, è necessario smetterla con tutte quelle pratiche di fecondazione in vitro “che producono regolarmente una quantità di esseri umani ‘in più’ o non desiderati”. Nell’introdurre il documento, il presidente del comitato per le Attività pro-life della Conferenza episcopale americana, il cardinale Justin Rigali di Philadelphia, ha detto che esiste una gran confusione fra i cattolici laici rispetto alla dottrina della Chiesa sulle tecnologie riproduttive umane: “Qualsiasi metodo per ‘fare bambini’ è considerato da molti come ‘pro-life’”. Ma non è così. In più, ha spiegato il cardinale, l’accettazione morale diffusa delle pratiche di fecondazione in vitro (Ivf) e il gran numero di embrioni avanzati hanno contribuito a diffondere la convinzione generale che “gli embrioni umani siano meno degli uomini e che andrebbero usati per la ricerca scientifica piuttosto che ‘sprecati’”. (V.F.)







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