2009-10-30 16:09:20

Crisi del matrimonio negli Usa: i vescovi preparano una lettera pastorale


Negli Stati Uniti è stato pubblicato uno studio sullo stato di salute della famiglia. Sono stati incrociati i dati riferiti a cinque indicatori: la percentuale di persone sposate tra i 20 e i 54 anni; la percentuale degli sposati che si definiscono “molto felici” del loro matrimonio; la percentuale di matrimoni rimasti integri tra persone tra i 20 e i 59 anni; la percentuale di nascite da genitori sposati; la percentuale di bambini che vivono con i genitori sposati. Dalla combinazione di questi dati si è ricavato un indice unico sulla salute del matrimonio, calato dal 76,2% del 1970 al 60,3% del 2008. Da segnalare, comunque, che aumentano i matrimoni rimasti integri (dal 59,9% del 2000 al 61,2% del 2008). E’ in crescita anche la percentuale di bambini che vivono con i loro genitori regolarmente sposati (dal 60,5% al 61%). Ma l’allarme rimane. Lo studio, a cura dell’Institute for American Values e il National Center on African-American Marriages and Parenting della Hampton University in Virginia, conferma che il matrimonio negli Stati Uniti è in pericolo. La Conferenza episcopale statunitense, che dal 14 al 16 novembre si riunirà a Baltimora per l’assemblea annuale, sarà chiamata a votare l’approvazione du una lettera pastorale intitolata “Matrimonio: amore e vita nel progetto divino”. Nel documento sono ricordati i punti essenziali del magistero cattolico sul matrimonio. “La lettera – si legge nella lettera di cui l'Osservatore Romano anticipa alcuni passaggi – è un invito a scoprire, o forse a riscoprire, la benedizione ricevuta quando Dio ha stabilito il matrimonio come istituto naturale e quando lo ha elevato a segno sacramentale di salvezza”. I vescovi “sollecitano un rinnovato impegno da parte dell’intera comunità cattolica per aiutare chi è stato chiamato alla vocazione del matrimonio a viverlo nella fede, fruttuosamente e gioiosamente”. L’intento dei vescovi – sottolinea il quotidiano della Santa Sede – è anche di invertire “quella che è stata definita un’inquietante tendenza a vedere il matrimonio come una questione fondamentale privata che ha come unico obiettivo il soddisfacimento di un’esigenza personale”. L’unione di un uomo e di una donna – scrivono i presuli – è ridotto “a mezzo di gratificazione di ogni proprio desiderio e in tal modo l’amore coniugale ne è diminuito”. Il documento incoraggia inoltre l’uso della pianificazione familiare naturale che secondo i vescovi promuove “un atteggiamento di rispetto e sviluppa la vera intimità che solo tale rispetto può condurre”. I vescovi affermano poi che le tecniche moderne, quali quelle usate per la fertilizzazione e la clonazione, possono “degradare la vita umana producendola e manipolandola in vario modo”. In tal modo “i figli sono sempre meno considerati come dono e sempre più come espressione di uno stile di vita, un bene che deve essere accessibile ai consumatori”. I presuli riconoscono infine che il divorzio possa essere a volte l’unica soluzione per “situazioni moralmente inaccettabili”, come quelle nelle quali “la sicurezza della donna e dei figli è a rischio”. Allo stesso tempo, a chi crede che il divorzio sia l’unica soluzione alla quale si possa ricorrere, suggeriscono di fare “frequente ricorso ai sacramenti, specialmente la penitenza e l’eucaristia”. Anche i cattolici che hanno divorziato e si sono risposati civilmente – concludono i presuli – dovrebbero “partecipare alla vita parrocchiale e alla Messa”, anche se “non possono ordinariamente ricevere la Santa Comunione”. (A.L.)







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