Verso la cooperazione governo-ribelli per liberare padre Sinnot rapito nelle Filippine
Nelle Filippine, sono in corso trattative tra rappresentanti del governo e del Fronte
Moro di liberazione islamica (Milf) per cooperare nelle ricerche di padre Michael
Sinnott, il missionario di San Colombano, 78 anni di origine irlandese, rapito lo
scorso 11 Ottobre a Pagadian, nel sud del Paese. Lo riferisce l’agenzia Misna. “Continuo
a pregare i sequestratori perché considerino l’età del nostro confratello e le sue
precarie condizioni di salute” - ha dichiarato padre Patrick O’Donoghue, superiore
regionale della comunità di San Colombano - smentendo anche qualunque contatto diretto
con i rapitori. “Non siamo in trattativa con nessuno – ha proseguito – ci affidiamo
alle autorità e alla compassione di chi ha portato via padre Michael”. Preoccupazioni
fatte proprie dalla comunità islamica filippina che in un comunicato firmato dalla
Conferenza nazionale degli ulema e dal Consiglio per l’islam e la democrazia ha chiesto
l’immediato rilascio del missionario. Secondo alcune fonti riportate dalla Conferenza
episcopale delle Filippine padre Michael avrebbe ricevuto le medicine di cui ha bisogno
e si troverebbe in una remota area a Lanao del Norte. Intanto ieri i confratelli di
padre Sinnot hanno vissuto una speciale Giornata di digiuno e preghiera per implorare
da Dio la sua liberazione. In tutto il mondo, nelle case, nei conventi, nelle parrocchie,
nelle scuole e negli istituti dove operano a livello pastorale i missionari di San
Colombano, sono state organizzate speciali Veglie di preghiera che hanno registrato
una massiccia partecipazione di religiosi e laici. (R.G.)