Il Papa alla plenaria delle Comunicazioni Sociali: nel “continente digitale” dei media,
la Chiesa promuova una cultura di rispetto della dignità umana
In un’epoca nella quale la cultura nasce, prima ancora che dai contenuti, dai modi
con i quali essa viene comunicata, l’annuncio del Vangelo e dei valori cristiani non
può prescindere dall’uso professionale dei media, anche di quelli più innovativi.
E’ il pensiero di fondo che Benedetto XVI ha espresso ricevendo questa mattina in
Vaticano i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali. Nel corso dell’udienza, il Papa ha ricordato anche il 50.mo anniversario
della Filmoteca Vaticana, che conserva nei suoi archivi oltre un secolo di materiale
filmato che racconta la storia della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una “comunicazione
veloce e pervasiva”, servita da tecnologie in costante evoluzione, capace di creare
e diffondere idee e notizie in modi che sono al tempo stesso capillari e globali,
interattivi e interconnessi. Non lesina aggettivi, Benedetto XVI, per descrivere l’evoluzione
e la “rivoluzione” prodotta dai media contemporanei. E riconosce l’“ampia sensibilizzazione”
e la "responsabile conspevolezza" che, almeno dal Vaticano II a oggi, la Chiesa “ha
favorito e promosso su queste tematiche”, con vari documenti di magistero. Tuttavia
non è semplice comprendere appieno e codificare un sistema, quello delle comunicazioni
sociali, che non smette di ramificarsi in nuovi strumenti e dunque, in questo senso,
complesso diventa anche per la Chiesa collocarsi all’interno del “continente digitale”
per essere fedele al suo mandato di evangelizzare:
“In
effetti, la cultura moderna scaturisce, ancor prima che dai contenuti, dal dato stesso
dell’esistenza di nuovi modi di comunicare che utilizzano linguaggi nuovi, si servono
di nuove tecniche e creano nuovi atteggiamenti psicologici. Tutto questo costituisce
una sfida per la Chiesa chiamata ad annunciare il Vangelo agli uomini del terzo millennio
mantenendone inalterato il contenuto, ma rendendolo comprensibile grazie anche a strumenti
e modalità consoni alla mentalità e alle culture di oggi”. Già
20 anni fa - ha ricordato il Papa - nella sua Redemptoris missio, Giovanni Paolo II
sosteneva acutamente che “non basta” usare i media per diffondere il messaggio cristiano,
ma che “occorre integrare il messaggio stesso in questa ‘nuova cultura’ creata dalla
comunicazione moderna”. Vent’anni dopo, ha affermato Benedetto XVI, “il carattere
multimediale e la interattività strutturale dei singoli nuovi media...
“...ha,
in un certo modo, diminuito la specificità di ognuno di essi, generando gradualmente
una sorta di sistema globale di comunicazione, per cui, pur mantenendo ciascun mezzo
il proprio peculiare carattere, l’evoluzione attuale del mondo della comunicazione
obbliga sempre più a parlare di un’unica forma comunicativa, che fa sintesi delle
diverse voci o le pone in stretta reciproca connessione”. E
qui, il Pontefice si è appellato a quanti nella Chiesa, e in particolare modo nel
dicastero delle Comunicazioni Sociali, hanno la professionalità per analizzare, ha
detto, “le dimensioni di questo fenomeno”. Chi ha responsabilità pastorali, è stato
l’invito di Benedetto XVI, deve “saper raccogliere le sfide che pongono all’evangelizzazione
queste nuove tecnologie”, sfruttandone le caratteristiche che permettono una rapida
azione di consultazione e di coordinamento, così da “promuovere una cultura del rispetto
per la dignità e il valore della persona umana”. La Chiesa, ha insistito il Papa,
deve svolgere in tale contesto un ruolo di servizio:
“In
tal modo la Chiesa esercita quella che potremmo definire una 'diaconia della cultura'
nell’odierno 'continente digitale', percorrendone le strade per annunciare il Vangelo,
la sola Parola che può salvare l’uomo (...) Per i credenti la necessaria valorizzazione
delle nuove tecnologie mediatiche va sempre però sostenuta da una costante visione
di fede, sapendo che, al di là dei mezzi che si utilizzano, l’efficacia dell’annuncio
del Vangelo dipende in primo luogo dall’azione dello Spirito Santo, che guida la Chiesa
e il cammino dell’umanità”. Ricordando, infine il 50.mo
anniversario della fondazione della Filmoteca Vaticana, voluta da Giovanni XXIII,
che conserva - catalogato - materiale filmato dal 1896 a oggi sulla storia della Chiesa,
Benedetto XVI ha augurato che questo “ricco patrimonio culturale, che appartiene all’intera
umanità” sia ulteriormente ampliato e che tali “beni siano custoditi e conosciuti”.