Il direttore dell'Osservatore Romano respinge le critiche di Küng al Papa
“Ancora una volta una decisione di Benedetto XVI torna a essere dipinta con tinte
forti, precostituite e soprattutto lontanissime dalla realtà”. E’ il commento del
direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, ad un articolo di Hans Küng, il
teologo svizzero “antico collega e amico” del Papa, rilanciato con clamore in Inghilterra
da “The Guardian” e in Italia da “La Repubblica”. Lo stesso Papa nel 2005, solo cinque
mesi dopo la sua elezione, - ricorda Vian - “volle incontrare in amicizia” Küng, nonostante
non fosse più considerato dalla Santa Sede un teologo cattolico. Da allora più volte
Küng, “infallibilmente ripreso da influenti media, è tornato a criticare, con asprezza
e senza fondamento, Benedetto XVI”. Come fa adesso, “a proposito dell'annuncio, davvero
storico, da parte della Santa Sede della prossima costituzione di strutture canoniche
che permetteranno l'entrata nella comunione con la Chiesa cattolica di molti anglicani”.
Un gesto “volto a ricostituire l'unità” - ribadisce il direttore del quotidiano vaticano
- ma che “viene distorto e rappresentato enfaticamente come se si trattasse di un'astuta
operazione di potere da leggersi in chiave politica, naturalmente di estrema destra”.
Vian definisce quella di Küng “una rappresentazione tanto fosca quanto infondata della
Chiesa cattolica e di Benedetto XVI”, esprimendo “amarezza” di fronte a questo “ennesimo
gratuito attacco alla Chiesa di Roma e al suo indiscutibile impegno ecumenico”. (R.G.)