I Giardini Vaticani descritti in un libro dal loro responsabile, Vincenzo Scaccioni
Giardini Vaticani, ovvero quando la natura diventa “arte” botanica, esaltata da una
pregiata resa estetica. E’ quanto racconta e descrive il volume, intitolato per l’appunto
“I Giardini Vaticani”, dell’agronomo Vincenzo Scaccioni, che dei Giardini del Papa
è il massimo responsabile. A rendere la bellezza dell’oasi verde nel cuore di Roma
contribuiscono le fotografie di Nik Barlo, che ritraggono atmosfere inedite di un
luogo che dal Duecento si è arricchito di opere artistiche e di varietà floreali importanti.
A Vincenzo Scaccioni, Antonella Palermo ha chiesto di tracciare un percorso
descrittivo del libro.
R. - Parte
ripercorrendo gli eventi storici che hanno caratterizzato i Giardini, le varie evoluzioni,
dal momento della loro fondazione. E descrivendo inoltre le varie zone, con le loro
caratteristiche botaniche oltre che architettoniche.
D.
- Che tipo di giardini sono quelli vaticani dal punto di vista della loro conformazione,
della loro struttura?
R. - Sono frutto di secoli
d’interventi da parte dei Pontefici, che li hanno caratterizzati secondo i propri
usi e le proprie volontà. Oggi - dopo il Rinascimento, periodi di minore tono e una
grande ristrutturazione avvenuta negli anni ‘30 dopo il Concordato - con i continui
apporti di elementi architettonici e botanici, con significati e simbologie veramente
legati al cristianesimo, sono dei giardini religiosi, mariani per la presenza costante
di edicole della Vergine, a partire dalla grande grotta di Lourdes.
D.
- Si parla di giardini "all’italiana", di giardini "alla francese": come si caratterizzano
i Giardini Vaticani?
R. - In un territorio così piccolo
- che è di 44 ettari dei quali circa 22 di giardino - al centro di una grande città
come Roma, coesistono più stili che possono essere soprattutto il giardino all’inglese,
ma con una eccellente citazione di giardino all’italiana che ricorda veramente le
grandi terrazze del giardino del belvedere. Poi, c’è un giardino alla francese caratterizzato
da splendide fioriture che rinnoviamo periodicamente ed abbiamo delle nascenti sfumature
come, per esempio, il viale che accoglie dei ciliegi giapponesi donati al Santo Padre
Giovanni Paolo II, nel 2003, per ricreare l’atmosfera orientale in occasione della
nascita di una nuova città giapponese. Tale città aveva un’ispirazione cristiana e
in questo modo ha voluto essere vicina al Santo Padre: quelle donate erano varietà
conservate e tramandate da shogun convertiti al cristianesimo.
D.
- Qual è stato il Pontefice più legato ai Giardini Vaticani?
R.
- Tanti sono stati i Pontefici, nei secoli, che ne hanno fatto un luogo importante
di riposo e di frequentazione. In epoca moderna, certamente, possiamo ricordare il
grande Papa Pio XI, che ha ristrutturato e impostato tutta la Città del Vaticano
e per Giardini ha impiegato veramente tante energie e attenzione, intervenendo proprio
personalmente nella strutturazione delle zone. Anche Pio XII, Giovanni XXIII sono
esempi di grande attenzione ai Giardini Vaticani fino all’attuale Santo Padre, Benedetto
XVI che è solito, come era solito anche da cardinale, frequentarli.