Congo: a Bukavu marcia contro l'insicurezza. Ricordato l'arcivescovo ucciso nel 1996
Contro lo stato di “insicurezza permanente” in atto nella regione hanno manifestato
pacificamente ieri centinaia di abitanti di Bukavu - capoluogo del Sud-Kivu - esponenti
della società civile nonché sacerdoti e religiose. “L’obiettivo della manifestazione
– ha detto all'agenzia Misna padre Justin Nkunzi, della Commissione diocesana Giustizia
e Pace – era di consegnare al governatore il memorandum della società civile sul ritorno
della violenza e la necessità di ristabilire la giustizia”. Giunta fino agli uffici
delle autorità provinciali, la marcia era partita dalla Piazza Christophe Munzihirwa,
intitolata alla memoria del defunto vescovo di Bukavu, di cui ricorre oggi il 13esimo
anniversario dell’uccisione. Per commemorare il “martire di Bukavu”, trovato morto
sulla piazza (già piazza Nyawera) ucciso da colpi d’arma da fuoco sparati da uomini
in divisa, i cui nomi sono tuttora ignoti, la Chiesa di Bukavu ha previsto una messa,
una processione, testimonianze e la visita alle tombe dei vescovi di fronte alla cattedrale
Nostra Signora della Pace. Ricordato per la sua franchezza e le sue prese di posizione
per la pace nella regione, monsignor Munzihirwa era stato nominato arcivescovo nel
1994, mentre dall’altro lato del confine con il Ruanda si consumava il genocidio e
affluivano in Congo decine di migliaia di profughi. L’anno della sua morte, il 1996,
segnò l’inizio di una stagione di guerra nel Paese i cui contraccolpi si sentono ancora
oggi. Le sofferenze delle popolazioni nell’est della Repubblica Democratica del Congo
sono state denunciate più volte durante il Sinodo dei vescovi sull’Africa, concluso
a Roma nei giorni scorsi, anche attraverso un messaggio di solidarietà dei padri sinodali.
L’attuale arcivescovo di Bukavu, monsignor François Xavier Maroy Rusengo, ha lasciato
i lavori del Sinodo prima della loro conclusione per tornare tra i fedeli del Sud-Kivu
in comunione di preghiera. (R.P.)