Colombia: la Chiesa chiede misure a sostegno dei cittadini residenti all'estero
Nel corso di un incontro di lavoro, ieri, a Bogotà, cui hanno presso parte rappresentanti
della “Piattaforma sociale migratoria Hermes” e il Segretariato nazionale per la pastorale
sociale dell’episcopato della Colombia, si sono scambiate opinioni ed esperienze sulle
possibili strategie da mettere a punto per affrontare il delicato e grave problema
dei flussi migratori. Le cifre ufficiali valutano che il 10% - più di 4 milioni -
della popolazione totale sia ormai residente all’estero per diversi motivi, anche
se, secondo numerose indagini, le cause principali sono due: da un lato l’acuirsi
della crisi economica e dall’altro le tante violenze verificatesi in diverse regioni
del Paese che hanno determinano un vero esodo. La Chiesa cattolica colombiana e le
sue strutture seguono da tempo questo fenomeno con particolare attenzione e in questa
cornice, ieri, mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, responsabile del Segretariato nazionale
per la pastorale sociale è intervenuto per rilevare il bisogno di provvedere a far
confluire in proposte uniche i contenuti di diverse iniziative attualmente allo studio:
da un lato il cosiddetto “Progetto di legge 070” , al vaglio della Camera dei deputati
e altre proposte simili come quelle della “Piattaforma sociale migratoria Hermes”,
che raggruppa dal gennaio 2008 una ventina di associazioni territoriali sotto il patrocinio
della “Fondazione Speranza”. Questa Piattaforma, da diversi mesi, lavora allo scopo
non solo di dare voce ai migranti ma anche per rinforzare le loro organizzazioni che
spesso si battono inascoltate, e con pochi mezzi, in favore dei diritti di molti milioni
di colombiani oggi costretti a vivere all’estero o sfollati all’interno del territorio
nazionale. I partecipanti hanno concordato nel sostenere la necessità, come ha detto
mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, di camminare verso la creazione di un vero sistema
nazionale per dare sostegno e protezione alle popolazioni migranti. Al riguardo una
parte importante è stata già avanzata. Infatti, nel progetto allo studio del Parlamento
si pone l’enfasi nel riconoscimento e protezione dei diritti effettivi di cui godono
i colombiani che emigrano; diritti che si affermano anche nel caso di coloro che dopo
un po’ di tempo rientrano dall’estero. Occorre però, secondo l’opinione del presule,
che queste persone possano avere anche diritti fuori dal Paese. “I nostri migranti
non possono essere visti solo come quelli che inviano rimesse ai loro parenti e alle
loro famiglie - ha osservato mons. Héctor Fabio Henao Gaviria - ma devono poter partecipare
attivamente nella vita del Paese anche se si trovano a vivere fuori dai confini”.
(L.B.)