2009-10-27 15:26:34

Sinodo per l'Africa: il bilancio del cardinale Erdö


Sinodo per l’Africa: è tempo di bilanci a due giorni dalla chiusura dell’importante evento ecclesiale. All’assemblea ha partecipato anche il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. La collega Marta Vertse, incaricata del programma ungherese della Radio Vaticana, lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Alla fine del Sinodo l’atmosfera è di speranza, di energia profusa dallo Spirito Santo, soprattutto, e anche di energia che viene dai nostri confratelli vescovi che sono determinati a lavorare per la riconciliazione e la pace che non è possibile in Africa – e forse neanche altrove – senza il contatto giusto tra l’uomo e Dio: perché questo rapporto personale è la fonte di tutte le energie che poi trasformano anche le relazioni tra gli uomini. E così le nostre comunità cattoliche sono il nucleo che può dare speranza alla società, che può anche rappresentare un grande segno di riconciliazione e di prontezza al perdono, all’aiuto a vivere la misericordia. Senza la misericordia, infatti, che in ultima analisi è una delle proprietà di Dio stesso, senza questa misericordia non c’è pace e non c'è giustizia tra gli uomini.

 
D. – Per quello che riguarda la concreta collaborazione tra i vescovi europei e africani ci sono progressi?

 
R. – Sì; anche se non tutti questi passi sono stati fatti nell'Aula sinodale. Contemporaneamente al Sinodo c’è stato un incontro importante tra le due commissioni dei due organismi episcopali incaricati del rapporto Africa-Europa. Abbiamo programmato i prossimi incontri che si riferiscono al clero, soprattutto ai sacerdoti “fidei donum”, sacerdoti africani che lavorano nelle nostre Chiese particolari e che, allo stesso tempo, possono accompagnare anche i profughi, gli emigrati provenienti dall’Africa; abbiamo parlato anche di altre forme di solidarietà. Vogliamo dedicare un altro incontro comune, preceduto però da un’indagine estesa a tutta l’Europa e a tutta l’Africa, sui gemellaggi tra le diocesi, perché questa è una forma molto concreta e molto stretta e molto ecclesiale della nostra solidarietà: conoscere le esperienze pastorali delle altre diocesi, conoscere i bisogni, conoscere le speranze, conoscere i metodi pastorali, la vita cristiana e poi realizzare non soltanto a livello teorico ma nella pratica quel famoso scambio di doni di cui parlava già Giovanni Paolo II e di cui si è parlato ripetutamente anche nel Sinodo.







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