2009-10-27 15:19:15

Nucleare: Teheran accetta l’ipotesi di accordo ma chiede alcuni cambiamenti


L'Iran accetta il “quadro generale” dell'ipotesi di accordo sul nucleare raggiunto a Vienna, ma chiede “importanti cambiamenti”. È quanto afferma la tv di Stato iraniana in arabo. Ma in precedenza l'agenzia semiufficiale Fars, citando una “fonte informata”, aveva riferito che l'Iran dirà “fra due giorni” se accetta o meno la bozza d'intesa con Usa, Russia e Francia, in base alla quale dovrebbe consegnare parte del suo uranio arricchito perchè venga trasformato in combustibile all'estero. In base al piano, elaborato da Mohammed El Baradei, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l'Iran dovrebbe consegnare gran parte del suo uranio arricchito al di sotto del 5 per cento, perchè venga arricchito a quasi il 20 per cento in Russia e trasformato in Francia in combustibile per alimentare un reattore a Teheran per la medicina nucleare.

Pakistan - talebani
Sono 42 i combattenti talebani uccisi oggi nell'operazione dell'esercito pachistano contro gli estremisti in corso da undici giorni nella regione tribale del Sud Waziristan, nel nord ovest del Paese ai confini con l'Afghanistan. Con i morti di oggi, il bilancio dei talebani uccisi stilato dai militari sale a 239 in 11 giorni di combattimenti. Sono invece 31 i soldati morti fino ad ora in battaglia. Solo nella cittadina di Razmak oggi sono stati uccisi 30 talebani, mentre gli altri 12 sono morti in scontri tra Sararogha e Kanigurram. L'esercito ha anche distribuito aiuti economici, cibo e coperte a una parte degli oltre 200mila rifugiati che hanno lasciato le loro case nel Sud Waziristan per sfuggire alla guerra.

Afghanistan
Nonostante l'iniezione di fondi internazionali ed europei (un miliardo di euro l'anno), i progressi in materia di riforme politiche e verso una gestione della cosa pubblica più trasparente in Afghanistan registrano progressi “troppo lenti” e in alcune aree “sono quasi del tutto inesistenti”. È il giudizio espresso dai ministri degli Esteri della Ue, in un documento discusso oggi a Lussemburgo per “migliorare il coordinamento e l'efficacia” della politica europea verso Kabul. La direzione è quella indicata nel rapporto del generale Usa Stanley McChrystal, che insiste sulla necessità di coniugare la missione militare con gli sforzi politici e civili. Ieri, di fronte alla più sanguinosa giornata che i soldati Usa abbiano conosciuto in Afghanistan da quattro anni a questa parte, con tre elicotteri caduti e 14 americani morti, il presidente Usa Obama ha valutato la situazione in una apposita riunione voluta al massimo livello politico. Obama poi è andato in Florida e davanti ai marinai della base navale di Jacksonville ha promesso: “Proprio per il rispetto nei confronti dei caduti, e di tutti coloro che rischiano la loro vita sotto le armi, non prenderò mai una decisione affrettata per quanto riguarda l'Afghanistan”.

Al Qaeda - attentati in Iraq
Un gruppo terroristico legato ad Al Qaeda ha rivendicato gli attacchi suicidi dell’altro ieri, avvenuti nella "zona verde" di Baghdad, che hanno provocato oltre 160 morti e circa 500 feriti. Gli obiettivi degli attentati, si afferma in un comunicato apparso su un sito web, erano il ministero della Giustizia e la sede dell’assemblea provinciale. Sulla realtà del terrorismo di matrice qaedista nel Paese del Golfo, Giancarlo La Vella ha intervistato Enzo Mangìni, dell’agenzia giornalistica Lettera 22:RealAudioMP3

R. – Certamente la rete del terrore che fa riferimento a Osama Bin Laden non è più la stessa cosa di ciò che era nel 2001. C’è un recente reportage del quotidiano francese "Le Monde", che descrive appunto come si vada verso una specie di territorializzazione delle realtà afferenti ad Al Qaeda, che rimane una sorta di marchio dell’ala più oltranzista della galassia della Jihad internazionale. Pensare, però, che ci sia una strategia autonoma, esterna all’Iraq, che programma scadenze, occasioni degli attentati, questo è probabilmente un po’ azzardato. Oltretutto, Al Qaeda, in Iraq, si è spesso configurata in modo particolare, cioè non come un innesto proveniente dall’esterno, ma come una sorta di ombrello sotto il quale hanno trovato posto elementi sociali e politici esclusi dalla transizione innescata dall’occupazione americana del 2003 e che, quindi, pescano anche nelle complessità della società irachena, che è molto frammentata.

 
D. – In questa situazione, il ruolo della comunità internazionale, che ancora mantiene contingenti militari...

 
R. – Il ruolo principale della comunità internazionale dovrebbe essere quello di facilitare il più possibile un processo di riconciliazione nazionale, di evitare che la frattura all’interno dell’Iraq si approfondisca. Questa probabilmente è la china su cui lavorare. Tuttavia la comunità internazionale dovrebbe contemporaneamente fare anche un passo indietro, soprattutto dal punto di vista della gestione economica del Paese. Ancora pende sull’Iraq la questione controversa e complicata della legge sul petrolio, che naturalmente richiama all’attenzione gli interessi delle multinazionali petrolifere occidentali, essendo l’Iraq potenzialmente il secondo produttore mondiale di greggio. Senza, però, accettare il fatto che la stabilizzazione politica dell’Iraq passa anche attraverso la sua autonomia economica, diventa difficile poter fare un discorso credibile di ricostruzione nazionale.

 
Obama - Medio Oriente
Il presidente americano Barack Obama ha detto che il trattato di pace firmato 15 anni fa tra Giordania e Israele è un costante richiamo al fatto che “la pace è sempre possibile” anche nelle circostanze più difficili. Obama ha affermato, in una dichiarazione in occasione dell'anniversario, che la sua Amministrazione è determinata a far ripartire i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi e che l'accordo tra Giordania e Israele è fonte di ispirazione. L'accordo di pace venne firmato il 26 Ottobre 1994 tra il premier israeliano Yitzhak Rabin e Re Hussein di Giordania in una cerimonia vicino al confine tra i due Paesi.

Immigrazione: tragedia del mare in Grecia
Gli otto immigrati irregolari di nazionalità afghana morti oggi nel naufragio di un'imbarcazione proveniente dalla Turchia a largo dell'isola di Lesbo sono tre donne e cinque bambini, secondo un nuovo bilancio fatto dalle autorità locali e citato dalla tv di Stato. I bambini sono tra i 6 e i 12 anni. Dieci persone sono state salvate e fra questi il comandante turco del battello. Inizialmente un altro bambino era stato dato come disperso ma successivamente i superstiti hanno indicato che non vi erano altre persone a bordo dell'imbarcazione di legno infrantasi contro uno scoglio davanti a Capo Korakas. Dopo l'impatto, tutti i migranti sono finiti in mare dove la Guardia Costiera, assistita da un elicottero, e da pescherecci che si trovavano nella zona, ne ha tratto in salvo una parte e recuperato i corpi delle vittime. Decine di migliaia di irregolari giungono ogni anno in Grecia, in gran parte via mare provenienti dalla Turchia. La maggior parte toccano terra sull'isola di Lesbo, dove esiste un centro per l'accoglienza degli immigrati, che il governo appare orientato a chiudere a causa delle terribili condizioni di internamento.

Zimbabwe
Quattro ore di riunione di vertice conclusesi a tarda notte non sono servite a ricucire la rottura all'interno del governo di unità nazionale dello Zimbabwe, in realtà mai veramente decollato. Il Paese rischia così di precipitare nuovamente nella catastrofe economica e sociale da cui cercava faticosamente di tirarsi fuori, e fa intravedere la possibilità di nuove elezioni anticipate: una strada, però, molto difficile. L'incontro è stato al massimo livello: da una parte il presidente "padre padrone" dello Zimbabwe dall'indipendenza nel 1980, Robert Mugabe, dall'altra il primo ministro e leader dell'ex opposizione, uscita maggioritaria dalle ultime elezioni, 23 marzo dello scorso anno, Morgan Tsvangirai. Si tratta del primo incontro da quando, lo scorso 16 ottobre, il premier aveva dichiarata esaurita l'esperienza del governo di unità nazionale. Adesso si attende una riunione straordinaria dei Paesi della regione, che dovrebbe svolgersi entro fine settimana ad Harare.

Bielorussia
Un aereo per viaggi d'affari della compagnia russa S-Air è precipitato stasera nei pressi di Minsk, capitale della Bielorussia, causando la morte delle sei persone a bordo. Lo ha riferito un responsabile del ministero bielorusso competente per le situazioni di crisi. A morire nell'aereo Bae 125-1000 decollato da Mosca e precipitato a quattro chilometri dall'aeroporto di Minsk sono stati i tre passeggeri e i tre componenti dell'equipaggio. Secondo agenzie russe, fra i passeggeri morti c'è anche l'amministratore delegato della compagnia aerea specializzata in voli d'affari, Marat Romashkine.

Thailandia
Un poliziotto ed un sospetto separatista musulmano sono rimasti uccisi ieri sera in una sparatoria avvenuta nella provincia meridionale thailandese di Pattani. Un secondo agente è rimasto ferito, specificano fonti della polizia. Pattani è una delle tre principali province musulmane del Paese, vicino al confine con la Malaysia, teatro di violenze che hanno causato oltre 3.600 morti dal 2004. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 300

 
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