Il cardinale Pell: no ad un documento sui diritti umani che limita la libertà religiosa
“Le Chiese cristiane sostengono con forte convinzione la battaglia per il rispetto
dei diritti umani, ma questo tema non può essere usato per tentare di ridurre, in
modo occulto, la libertà religiosa”: è quanto afferma il cardinale George Pell, arcivescovo
di Sydney in un recente messaggio in cui spiega la propria posizione sulla proposta
di una Carta dei diritti umani avanzata dal National Human Rights Consultation Committee.
I rappresentanti del Comitato, formato dai leader di alcuni gruppi progressisti, sottolineano
che l’Australia è la sola democrazia occidentale a non aver ancora legiferato su una
Carta dei diritti. Nel suo messaggio il cardinale Pell fa tuttavia notare che la proposta,
così come è stata formulata, non può essere accolta in quanto il proposito di compilare
“una lista definitiva” dei diritti comporterebbe comunque l’accettazione oppure l’esclusione
di alcuni di questi secondo criteri stabiliti in modo non imparziale. L’arcivescovo
di Sydney – rende noto l’Osservatore Romano - prevede che, se la Carta dovesse essere
accolta, in ogni sede processuale il giudizio potrebbe rimettere in discussione tutta
la legislazione australiana e anche quella del Commonwelth. Il cardinale Pell paventa
anche il pericolo che una futura Carta dei diritti potrebbe essere usata per minacciare
la libertà religiosa: leggi anti discriminatorie potrebbero essere adottate per colpire
le scuole cristiane che preferiscono assumere i docenti tra quanti condividono lo
stesso credo o per gli ospedali cattolici che rifiutano di assicurare quello che viene
erroneamente denominato come “diritto all’aborto”. (A.L.)