Soccorsi in acque italiane i 200 immigrati in balia del Mediterraneo. Intervista con
Laura Boldrini
E’ entrato in acque di soccorso italiane il barcone con a bordo circa 200 immigrati,
tra loro somali ed eritrei e molte donne e bambini, da venerdì in navigazione al largo
delle coste libiche. Sul posto stanno arrivando alcune imbarcazioni di soccorso. Pessime
le condizioni meteo, con il mare a forza 4 ed il vento di 20 nodi. Il servizio è di
Francesca Sabatinelli:
Il comando
delle operazioni, ora, è di competenza italiana e la salvezza dei circa 200 migranti
a bordo del barcone che da tre giorni è in balia del mare in tempesta è affidata a
due motovedette inviate dalle coste siciliane per effettuare il trasbordo. Affianco
dell’imbarcazione di circa 17 metri, partita dalla Libia, c'è ancora la motocisterna
“Antignano”, che da venerdì segue a distanza la barca rifornendo le persone di cibo
e acqua. Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu
per i rifugiati:
“Io devo veramente esprimere tutta
la nostra gratitudine al comandante della petroliera 'Antignano' e al suo equipaggio
per il loro comportamento responsabile. Detto questo, però, a oggi ancora continua
l’odissea di questa imbarcazione, in un ping-pong di responsabilità. L’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati chiede a tutti i governi rivieraschi nel Mediterraneo
di porre il soccorso di vite umane come priorità assoluta. E se è vero che su questa
imbarcazione c’è un motore e quindi non c’erano pericoli imminenti, è anche vero che
con un mare in burrasca può sempre accadere il peggio. Per questo, noi chiediamo di
porre fine a questa odissea!”. “La storia si ripete”, accusa
la Boldrini: continua il palleggiamento delle responsabilità e a rischio è la vita
di persone che cercano solo di fuggire dalle tragedie dei loro Paesi:
“L’Italia,
da maggio, ha adottato la politica dei respingimenti e in questo mare va detto che,
se vediamo i dati dello scorso anno, il 75% di chi ha rischiato la vita è fatto da
persone in fuga da guerre e da persecuzioni, quindi da persone che non possono essere
rimandate indietro. Per quanto riguarda la situazione di Malta, questo Paese ha sempre
fatto anche affidamento sulla collaborazione con i corpi dello Stato italiano. Anche
perché Malta è una piccola isola, ha mezzi molto limitati e quindi in questi anni
è stato possibile salvare migliaia di vite umane perché comunque c’era una sinergia
tra i due Paesi. In questo momento, sembrerebbe invece che c’è più interesse a scaricare
sugli altri le responsabilità anziché, come abbiamo visto in passato, fare una gara
a chi salvava più vite umane”.