2009-10-26 15:07:59

Assisi: concluso l'incontro sulla Testimonianza nell'era di Internet


“Testimoniare”, nell’epoca dell’internet 2.0, “vuole dire anzitutto incontrarsi”. Così mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, ha chiuso ieri ad Assisi il terzo incontro residenziale per animatori della comunicazione e della cultura che hanno frequentato il corso Anicec. Parlando della “Chiesa al tempo del 2.0”, mons. Pompili ha fatto ampiamente riferimento al convegno “Testimoni digitali per i nuovi media”, che si terrà a Roma dal 22 al 24 aprile 2010 ed è la prosecuzione ideale di una riflessione della Chiesa italiana sui media già avviata nel 2002 con il meeting “Parabole mediatiche” e poi, nel 2004, con il Direttorio sulle comunicazioni sociali “Comunicazione e missione”. Tra le qualità richieste a “una testimonianza ecclesiale 2.0”, ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, vi è “la leggerezza”, ossia avere “un equipaggiamento leggero, una dinamica evangelizzatrice sciolta e non ingessata, ovvero una più elastica capacità di adattarsi e di cambiare, riconoscendo nella mutevolezza non l’ostacolo, bensì la risorsa più verace per un annunzio fede a Dio e all’uomo”. Una testimonianza “leggera”, però, “non significa una verità diluita, svenduta o di minor profilo”, ha messo in guardia mons. Pompili, proponendo i criteri del “silenzio”, della “bellezza” e dell’“interpersonalità”. Il silenzio, ha precisato, consiste nella “capacità di superare le seduzioni prometeiche della tecnocrazia efficientista, facile preda del consumismo che induce bisogni e crea dipendenze”; la bellezza, invece, è “la capacità di riappropriarsi di un’espressività totale”; l’interpersonalità, infine, va intesa come “capacità di condividere, partecipare, collaborare, alimentandosi della comune ricerca di quel contenuto del credere che sfugge a ogni oggettivazione unilaterale”. (R.P.)







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