Oggi pomeriggio Messa inaugurale nella Basilica di San Giovanni Laterano per i 70
anni della Lumsa: intervista con il rettore, Giuseppe Dalla Torre
Vocazione umanistica e ispirazione cattolica: i caratteri distintivi dell’Università
Lumsa. Fondato a Roma nel 1939, l’Istituto Superiore di Magistero Maria SS. Assunta,
trasformato nel 1989 in Libera Università, ha aperto nel corso degli anni nuove sedi
a Palermo, Taranto, Caltanissetta e Gubbio. Attualmente, sono circa 9 mila i suoi
studenti nelle tre Facoltà di Lettere e Filosofia, Giurisprudenza e Scienze della
Formazione. Oggi pomeriggio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale
vicario, Agostino Vallini, celebrerà la Messa inaugurale per i 70 anni della Lumsa.
Evento che sarà contrassegnato da convegni, pubblicazioni, mostre oltre che l’emissione
di un aerogramma delle Poste vaticane e di una cartolina filatelica della Poste italiane.
Il servizio di Roberta Gisotti:
“Nel futuro
da 70 anni”, è il motto di questa celebrazione, che attraverso le vicende della Lumsa
ripercorre un pezzo di storia d’Italia. Radici, identità, ruolo dell’Ateneo: al centro
dei tanti eventi e convegni che animeranno l’intero Anno accademico. Al nostro microfono
il rettore, il prof. Giuseppe Dalla Torre: qual è il messaggio al cuore di questo
anniversario?
R. - Direi essenzialmente l’attenzione
alla persona umana e soprattutto non solo alla sua formazione professionale, la più
alta, la più eccellente possibile, ma alla sua educazione. Credo che questo sia l’elemento
di continuità. Si poneva nel 1939, quando è nata l’Università e quando i totalitarismi
imperversavano, volendo avere allo Stato il monopolio dell’educazione. Si pone oggi
in una società relativistica e senza valori, nella quale il nichilismo divampa e dilaga
dappertutto.
D. - Dal 1939 ad oggi, tante le innovazioni
e trasformazioni adottate nell’offerta didattica dalla Lumsa, in un contesto socioculturale
italiano a dir poco problematico sul versante universitario. Ecco, c’è stato un faro
di orientamento per le autorità accademiche della Lumsa nel dare risposta alla crescente
domanda formativa?
R. - Diciamo che oggi l’Italia
sta attraversando un periodo difficile per quanto riguarda il sistema università,
perché queste sono chiamate in qualche modo quasi ad un compito di supplenza: quello
di elevare il livello culturale delle più giovani generazioni. Noi abbiamo impostato
la nostra politica degli ultimi anni proprio in questo senso: una particolare attenzione
a colmare quel divario che c’è tra la preparazione che gli studenti ricevono nelle
Scuole secondarie superiori e quella che è richiesta in Università per poter proseguire
e concludere brillantemente gli studi.
D. - L’annoso
problema del collegamento tra università e il mondo del lavoro: che risposte date?
R.
- Noi puntiamo moltissimo su stage e tirocini. Ogni studente può contare di poter
fare un’esperienza di questo genere, anche in quelle Facoltà, in quei Corsi che tradizionalmente
non sono avvezzi a questo - penso a Giurisprudenza - non solo, anche fino a 18 mesi
dopo la Laurea. Questa è una grande possibilità che si risolve anche in opportunità
di lavoro.
D. - C’è qualcosa di specifico nel rapporto
che voi proponete tra gli studenti e la classe docente?
R.
- Il rapporto è dato dal fatto che, essendo i nostri numeri molto limitati, c’è una
relazione ideale tra lo studente e il docente: c’è la possibilità di interloquire,
di ricostituire quello che dovrebbe essere il proprio dell’Università, secondo le
sue origini medievali: una comunità di persone - docenti e studenti - che attraversano
insieme una grande esperienza intellettuale.
D. -
Professore, come vi state preparando ai tanti eventi in programma?
R.
- Innanzitutto, sono eventi connessi al nostro essere un’Università cattolica. Ci
sarà una grande Messa a San Giovanni, la nostra cattedrale - il Vicariato è il nostro
ente fondatore - quindi l’inaugurazione dell’Anno accademico e soprattutto ci sarà
l’atteso incontro con Benedetto XVI il 12 novembre prossimo, da cui ci aspettiamo
incoraggiamento e indirizzo di ricerca e indirizzo nella nostra attività didattica.
Poi, ci sono molte manifestazioni di carattere scientifico: tre Convegni internazionali,
uno su come si insegna la Teologia in Italia, uno che riguarda più specificamente
l’Educazione e la Formazione a livello universitario, uno che riguarda la nostra fondatrice,
la madre Luigia Tincani. E poi, vi sono una serie di altre iniziative anche di solidarietà:
gli studenti si sono dati molto da fare per creare momenti di raccoglimento religioso
e spirituale ma anche momenti di solidarietà con Paesi del Terzo Mondo, in particolare
l’Inda.
D. - Sappiamo che ci saranno anche degli
eventi sportivi …
R. - C’è un programma di attività
sportive. Noi puntiamo molto anche su questo, perché riteniamo che proprio la formazione
integrale - o meglio, l’educazione della persona - passi anche attraverso un’esplicitazione
delle facoltà che ciascuno di noi ha, anche in questo settore.
D.
- Ci sono anche nuovi progetti didattici o di ulteriore espansione?
R.
- I progetti didattici sono soprattutto ai livelli più alti, cioè rafforzare e sviluppare
il livello più alto del dottorato di ricerca e dei dottorati e delle esperienze internazionali,
a livello di corsi comuni con altre Università straniere. Per quanto riguarda i Corsi
ordinari, il mio sogno è sempre quello di creare una Facoltà scientifica.
D.
- Professore, quale augurio fare ad un giovane che si iscrive alla vostra Università?
R.
- Certamente, l’augurio di poter sfruttare al massimo tutte le opportunità che la
nostra Università gli offre, gli dà per poter arrivare ad una preparazione davvero
di eccellenza. Oggi non conta più avere il titolo di studio: bisogna sapere che cosa
c’è dietro a quella Laurea. E noi possiamo darlo.