2009-10-25 12:00:52

Oggi pomeriggio Messa inaugurale nella Basilica di San Giovanni Laterano per i 70 anni della Lumsa: intervista con il rettore, Giuseppe Dalla Torre


Vocazione umanistica e ispirazione cattolica: i caratteri distintivi dell’Università Lumsa. Fondato a Roma nel 1939, l’Istituto Superiore di Magistero Maria SS. Assunta, trasformato nel 1989 in Libera Università, ha aperto nel corso degli anni nuove sedi a Palermo, Taranto, Caltanissetta e Gubbio. Attualmente, sono circa 9 mila i suoi studenti nelle tre Facoltà di Lettere e Filosofia, Giurisprudenza e Scienze della Formazione. Oggi pomeriggio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario, Agostino Vallini, celebrerà la Messa inaugurale per i 70 anni della Lumsa. Evento che sarà contrassegnato da convegni, pubblicazioni, mostre oltre che l’emissione di un aerogramma delle Poste vaticane e di una cartolina filatelica della Poste italiane. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

“Nel futuro da 70 anni”, è il motto di questa celebrazione, che attraverso le vicende della Lumsa ripercorre un pezzo di storia d’Italia. Radici, identità, ruolo dell’Ateneo: al centro dei tanti eventi e convegni che animeranno l’intero Anno accademico. Al nostro microfono il rettore, il prof. Giuseppe Dalla Torre: qual è il messaggio al cuore di questo anniversario?

 
R. - Direi essenzialmente l’attenzione alla persona umana e soprattutto non solo alla sua formazione professionale, la più alta, la più eccellente possibile, ma alla sua educazione. Credo che questo sia l’elemento di continuità. Si poneva nel 1939, quando è nata l’Università e quando i totalitarismi imperversavano, volendo avere allo Stato il monopolio dell’educazione. Si pone oggi in una società relativistica e senza valori, nella quale il nichilismo divampa e dilaga dappertutto.

 
D. - Dal 1939 ad oggi, tante le innovazioni e trasformazioni adottate nell’offerta didattica dalla Lumsa, in un contesto socioculturale italiano a dir poco problematico sul versante universitario. Ecco, c’è stato un faro di orientamento per le autorità accademiche della Lumsa nel dare risposta alla crescente domanda formativa?

 
R. - Diciamo che oggi l’Italia sta attraversando un periodo difficile per quanto riguarda il sistema università, perché queste sono chiamate in qualche modo quasi ad un compito di supplenza: quello di elevare il livello culturale delle più giovani generazioni. Noi abbiamo impostato la nostra politica degli ultimi anni proprio in questo senso: una particolare attenzione a colmare quel divario che c’è tra la preparazione che gli studenti ricevono nelle Scuole secondarie superiori e quella che è richiesta in Università per poter proseguire e concludere brillantemente gli studi.

 
D. - L’annoso problema del collegamento tra università e il mondo del lavoro: che risposte date?

 
R. - Noi puntiamo moltissimo su stage e tirocini. Ogni studente può contare di poter fare un’esperienza di questo genere, anche in quelle Facoltà, in quei Corsi che tradizionalmente non sono avvezzi a questo - penso a Giurisprudenza - non solo, anche fino a 18 mesi dopo la Laurea. Questa è una grande possibilità che si risolve anche in opportunità di lavoro.

 
D. - C’è qualcosa di specifico nel rapporto che voi proponete tra gli studenti e la classe docente?

 
R. - Il rapporto è dato dal fatto che, essendo i nostri numeri molto limitati, c’è una relazione ideale tra lo studente e il docente: c’è la possibilità di interloquire, di ricostituire quello che dovrebbe essere il proprio dell’Università, secondo le sue origini medievali: una comunità di persone - docenti e studenti - che attraversano insieme una grande esperienza intellettuale.

 
D. - Professore, come vi state preparando ai tanti eventi in programma?

 
R. - Innanzitutto, sono eventi connessi al nostro essere un’Università cattolica. Ci sarà una grande Messa a San Giovanni, la nostra cattedrale - il Vicariato è il nostro ente fondatore - quindi l’inaugurazione dell’Anno accademico e soprattutto ci sarà l’atteso incontro con Benedetto XVI il 12 novembre prossimo, da cui ci aspettiamo incoraggiamento e indirizzo di ricerca e indirizzo nella nostra attività didattica. Poi, ci sono molte manifestazioni di carattere scientifico: tre Convegni internazionali, uno su come si insegna la Teologia in Italia, uno che riguarda più specificamente l’Educazione e la Formazione a livello universitario, uno che riguarda la nostra fondatrice, la madre Luigia Tincani. E poi, vi sono una serie di altre iniziative anche di solidarietà: gli studenti si sono dati molto da fare per creare momenti di raccoglimento religioso e spirituale ma anche momenti di solidarietà con Paesi del Terzo Mondo, in particolare l’Inda.

 
D. - Sappiamo che ci saranno anche degli eventi sportivi …

 
R. - C’è un programma di attività sportive. Noi puntiamo molto anche su questo, perché riteniamo che proprio la formazione integrale - o meglio, l’educazione della persona - passi anche attraverso un’esplicitazione delle facoltà che ciascuno di noi ha, anche in questo settore.

 
D. - Ci sono anche nuovi progetti didattici o di ulteriore espansione?

 
R. - I progetti didattici sono soprattutto ai livelli più alti, cioè rafforzare e sviluppare il livello più alto del dottorato di ricerca e dei dottorati e delle esperienze internazionali, a livello di corsi comuni con altre Università straniere. Per quanto riguarda i Corsi ordinari, il mio sogno è sempre quello di creare una Facoltà scientifica.

 
D. - Professore, quale augurio fare ad un giovane che si iscrive alla vostra Università?

 
R. - Certamente, l’augurio di poter sfruttare al massimo tutte le opportunità che la nostra Università gli offre, gli dà per poter arrivare ad una preparazione davvero di eccellenza. Oggi non conta più avere il titolo di studio: bisogna sapere che cosa c’è dietro a quella Laurea. E noi possiamo darlo.







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