Concluso a New Orleans l'VIII Simposio dell'organizzazione Religione Scienza e Ambiente
Ultime ore di convegno in Louisiana per i 150 partecipanti all’ottavo Simposio dell’organizzazione
Religione, Scienza e Ambiente, promosso dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli,
Bartolomeo I. Oggi a New Orleans la conclusione dei lavori, dedicati al fiume Mississippi.
Gli scienziati, gli esperti e i giornalisti partecipanti hanno discusso in questi
giorni delle minacce per il bacino del Mississippi, e in particolare per il delta
del grande fiume americano, evidenziando i pericoli dovuti a erosione, innalzamento
del livello del mare, inquinamento, uragani e tempeste. A tutte le sessioni di studio
ha partecipato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, che dal ’95
promuove questi appuntamenti dedicati alla salvaguardia del Creato. Sottolineata la
vulnerabilità delle città costiere o sorte nelle aree di importanti bacini idrici:
l’allarme è alto per New Orleans, Londra, New York, Dacca, Manila, tutte aree di forte
umanizzazione, densamente popolate. Dal 1990 ad oggi il rischio di calamità naturali
su aree abitate è via via aumentato. Al Simposio gli studiosi hanno cercato di mettere
in luce che gli effetti immediati dei cambiamenti climatici si faranno sentire nei
Paesi in via di sviluppo e non solo. Lo ha spiegato John M. Barry, scrittore e consulente
della Casa Bianca per il Delta del Mississippi, affermando che la prova si è avuta
nel 2005 con l’uragano Katrina in Louisiana, che ha ucciso oltre 1500 persone, ponendo
una pesante incognita sulla sostenibilità a lungo termine di New Orleans. L’importante
- ha spiegato al convegno il prof. Gerald E. Galloway, dell’Università del Maryland
- è non dimenticare la portata del disastro e non sottovalutare il rischio di future
alluvioni. Anche di questo si parlerà a Copenhagen in dicembre alla quindicesima Conferenza
delle Nazioni Unite sul clima. Perché agire contro i cambiamenti climatici “non deve
essere inteso come un onere - ha detto il Patriarca Bartolomeo I ai lavori - ma come
un'opportunità importante per un pianeta più sano, di cui possa beneficiare tutta
l’umanità”. (A cura di Giada Aquilino)