Tanzania: progetto di solidarietà per gli agricoltori e i bambini malati di Aids
Una cantina sociale “fiorentina” a Miuji, in Tanzania, per sostenere gli agricoltori
locali. È il nuovo obiettivo del “Progetto Tanzania”, promosso dalla Cooperativa agricola
di Legnaia, in collaborazione con le onlus Pangea di Scandicci e Amici dei Missionari
del Preziosissimo sangue e con la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. L’obiettivo,
informa una nota, è quello di realizzare una cantina sociale che raggruppi tutti i
piccoli agricoltori locali, per sviluppare una produzione di vino di qualità rivolto
al mercato locale e delle strutture turistiche, capace di garantire un ritorno economico
che migliori le condizioni di vita della popolazione. “L’idea è nata da una richiesta
di padre Arcadius Mapindusi, responsabile agricolo della missione di Miuji – spiega
Simone Tofani, coordinatore del Progetto Tanzania e responsabile dell’Area Tecnica
della Cooperativa - per migliorare la piccola produzione di vino della struttura.
Le condizioni climatiche particolari, che consentirebbero due vendemmie l’anno, e
la volontà di fornire un supporto economico vitale alla popolazione dell’area, ci
ha spinti verso il progetto di una cantina sociale, con gli agricoltori locali chiamati
a portare l’uva alla missione, che si occuperebbe successivamente della trasformazione
e della commercializzazione del prodotto, dividendo gli utili fra i soci”. In questo
contesto, continua Tofani, la Cooperativa di Legnaia e Facoltà di Agraria dell’Università
di Firenze forniranno il supporto tecnico e il “know how” per lo sviluppo della produzione
e per la gestione economica. Da sottolineare, inoltre, che con il Progetto Tanzania,
la Cooperativa agricola di Legnaia si è impegnata anche a destinare l’uno per mille
del suo fatturato, circa 30 mila euro annui, al Villaggio della Speranza di Dodoma,
impegnato nella prevenzione, cura e sostegno sociale per i bambini orfani affetti
da Aids o figli di genitori malati, e all’ospedale di Itigi, unico vero presidio medico
in una zona estremamente disagiata. (R.P.)