2009-10-24 10:20:12

Mons. Migliore: riforma agraria globale per vincere la fame nel mondo. Più potere agli agricoltori, meno al capitale


L’appello ad un’urgente riforma del sistema agricolo globale per vincere la fame nel mondo è stato lanciato ieri al Palazzo di Vetro di New York da mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, nel suo nuovo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3

La fame nel mondo invece di diminuire aumenta. Mons. Migliore ricorda che quest'anno per la prima volta le persone sottonutrite hanno superato il miliardo. E questo “anche se il mondo produce cibo a sufficienza per la comunità mondiale”. Il presule indica alcune cause strutturali: c’è da notare infatti che l’aumento della fame negli ultimi dieci anni “non è stato causato ma piuttosto accentuato dall’attuale crisi finanziaria”. Occorre “modificare i modelli di consumo”: nei Paesi in via di sviluppo “i terreni agricoli vengono utilizzati a fini non agricoli” e “i prodotti agricoli sono sempre più spesso destinati a scopi non alimentari”. E’ il caso per esempio dei biocarburanti.

 
Oggi – ha affermato il rappresentante vaticano - è quanto mai urgente che gli agricoltori tornino ad essere “protagonisti” dello sviluppo agricolo. “Infatti – ha aggiunto - il potere reale dell'agricoltura oggi sembra risiedere non più nelle mani degli agricoltori, ma soprattutto nelle fasi che precedono e seguono la produzione. La leadership agricola è nelle mani di coloro che hanno il controllo del credito e delle nuove tecnologie, di coloro che gestiscono i trasporti, la distribuzione e la vendita di tali prodotti”.

 
Per il presule occorre “dare maggiore importanza al ruolo del lavoro e della produzione rispetto al capitale, alle transazioni finanziarie e alle speculazioni”: in particolare le speculazioni – denuncia mons. Migliore - generano “una situazione destabilizzante di incertezza e imprevedibilità” con improvvise cadute dei prezzi e il blocco della produzione in certi settori agricoli con la conseguenza di “tragiche perdite di lavoro”. L’osservatore permanente punta il dito anche contro le distorsioni del mercato provocate dal protezionismo e dai sussidi a protezione degli agricoltori dei Paesi più sviluppati tutto a svantaggio dei Paesi poveri. “E’ necessario lavorare per la creazione di una nuova economia” – ha rilevato il presule - perché sia “attenta non solo al profitto, ma, soprattutto ai bisogni umani”.

Mons. Migliore cita quindi il recente rapporto di Banca Mondiale e Fao dal titolo significativo: “Svegliare il gigante dormiente dell’Africa”. Un “gigante” di “400 milioni di ettari di savana che attraversa 25 Paesi, dal Senegal al Sudafrica, e che è dotato di un immenso potenziale agricolo”. Ad oggi “solo il 10% della savana viene utilizzato, ma una politica tempestiva e corretta – ha sottolineato - fondata sulle medie e piccole aziende agricole potrebbe dare i risultati sorprendenti già sperimentati in altre regioni del mondo”.

 
Tuttavia – ha proseguito – “la scienza e la tecnologia, certamente necessarie per migliorare l'agricoltura, non sono sufficienti per affrontare i problemi esistenti” che “possono essere affrontati solo nel quadro di una solidarietà” che dia “maggiore attenzione alla dignità degli agricoltori, che più beneficiari dello sviluppo agricolo e della sicurezza alimentare sono i suoi veri protagonisti”.

 
“Il dibattito sulla malnutrizione e la fame – ha concluso mons. Migliore - non ha bisogno di ulteriori astratte analisi e di moltiplicazione di parole, ma richiede azioni concrete” da parte di tutti.







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